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di Giansandro Rosasco | 03 Febbraio 2015 | in categoria/e aiuola attualita edizione cartacea

L'AIUOLA di Giansandro Rosasco: BUM! (Cosa è rimasto di Charlie)

Un’esplosione di ipocrisia ha colpito il mondo e si contano ancora oggi molti feriti oltre ai morti per cui tutti abbiamo manifestato la nostra indignazione. Canali tv, giornali o profili facebook: tutti sono improvvisamente diventati Charlie. La notizia è stata trattata in tutte le salse possibili al che, parlarne dopo un mese, è quasi ridondante, ma tra papi tirapugni, razzisti di razza e coloro che “non sono Charlie” anche io voglio dire la mia.
Intanto proviamo a traslare il fatto in Italia.
Se qualcuno avesse fatto saltare in aria Calderoli per aver mostrato in pubblico la vignetta di Maometto oppure Rainieri per la pubblicazione di un fotomontaggio della Kyenge come orango in molti avrebbero detto: “beh, un po’ se la sono cercata”. Aborriamo le stragi che vengono commesse in nome, e non per conto, dell’Islam ma abbiam dimenticato le cruenti aberrazioni che ha compiuto il cristianesimo nei secoli passati dove la legge divina veniva imposta ovunque e i trasgressori venivano mandati al rogo senza troppe musse. In ambo i casi brama di ricchezze e di territori mascherata dalla bandiera della fede con milioni di burattini fatti danzare da fili invisibili. Oggi storciamo il naso per il velo delle musulmane ma ci dimentichiamo che le nostre nonne andavano a messa “mimetizzate” in modo simile e per gli stessi motivi. Intendiamoci, sono il primo a scherzare su tutto e a pretendere la libertà di farlo, ma occorre sempre fare i conti con il massimo principio liberale: “la propria libertà finisce dove inizia quella degli altri” e se la sommiamo a “scherza coi fanti ma lascia stare i santi” forse potremmo capire che se uno si reca con il lanciafiamme acceso in un deposito di esplosivi, animato delle migliori intenzioni, con spirito goliardico e senza alcuna intenzione di ferire nessuno, un minimo, dico proprio minimo presentimento di pericolo lo dovrebbe avvertire.
Oltretutto come ricordava il portavoce dei musulmani in Italia “il problema non sono i pochi milioni di musulmani che vivono in Europa, ma i miliardi di musulmani che vivono dall’altra parte del mondo e non hanno la nostra cultura e il nostro grado di libertà”. E purtroppo nemmeno il nostro sense of humor.
Noi che ci indigniamo tanto per questa censura sanguinaria dobbiamo ricordarci che proprio a casa nostra accade qualcosa di altrettanto grave nel più assoluto silenzio: l’Italia è ai livelli più bassi per quanto concerne la libertà di stampa. Un’analisi effettuata da Freedom House ci classifica come “parzialmente liberi”, uno dei soli due paesi dell’Europa Occidentale (il secondo è la Turchia), relegandoci dietro anche a diversi paesi comunisti dell’Europa Orientale. Sì, ancora oggi ci facciamo dannatamente condizionare dalla televisione, dai giornalisti prezzolati dalla politica e dalle frasi estrapolate, condizionando il nostro voto. Su internet, al posto di approfondire le tematiche scottanti e farsi un’idea propria, ci imbamboliamo con filmati di gattini cha fanno miao e di bambini che fanno ciao.
E a morire lentamente, senza indignarci, senza fantasmagoriche esplosioni, siamo tutti noi ogni giorno che passa. Per questo sono sgomento e forse tra i pochi a piangere non solo per quel che è successo in Francia ma per quel che non succede in Italia.

Tratto da CORFOLE! del 2/2015, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata

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