l'aiuola

di Giansandro Rosasco | 31 Marzo 2014 | in categoria/e aiuola attualita edizione cartacea

L'AIUOLA di Giansandro Rosasco - La grande monnezza

Ho intuito che il film di Sorrentino non mi sarebbe piaciuto quando il regista ha gridato al mondo il suo grazie a Maradona. Droga e sport per me sono parole inconciliabili e non importa se da qualche parte ti hanno pure fatto Santo. Ma lasciando perdere questo aspetto giustificato dall’incomprensibile ma popolare fede legata al calcio, ho analizzato gli apprezzamenti al film per tentare di rendermelo gradito: quelli che ti fanno la spataffiata radical chic o pseudo intellettuale ma dopo mezz’ora che li ascolti non sai di cosa stanno parlando, e nemmeno loro. Quelli che del film non hanno capito niente davvero ma che per non fare brutta figura appena sentono un commento affermano entusiasti “si, è vero, proprio come la pensavo io!”, dimenticandosi che di fianco hanno una persona che la pensa in modo opposto e con cui erano d’accordo solo qualche minuto prima; quelli che “l’orgoglio italiano” e si uniscono nei cori di apprezzamento da ultras come ai mondiali una volta ogni quattro anni, salvo poi darsi mazzate gli altri tre anni e undici mesi; quelli che spiegano “è una denuncia della moderna società”. Ma la società di chi? Io non vado a orribili festicciole su terrazze abusive con piscine abusive tra donne e uomini (?) talmente pieni di plastica e silicone che saranno pure loro abusivi! Comunque, anche se fosse, vincere un premio così ambito con una tale banalità mi dà speranze di potermi presto improvvisare ottimo regista. Questo riconoscimento è uno stupro al buon senso come il Nobel per la pace a Obama, anch’esso preventivo, e ciò mi fa riflettere sul reale valore dei premi che oggigiorno vengono assegnati ed ostentati. Per me, umile spettatore non certo critico, meritare un Oscar significa avermi coinvolto, avermi trasmesso emozioni, avermi tenuto incollato allo schermo; farmi ridere, piangere o ancor meglio tutt’e due contemporaneamente come in Forrest Gump o la Vita è bella.
Tutto il resto, come diceva Califano, è noia.

Tratto da CORFOLE! del 3/2014, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata

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