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    attualità

    01 Dicembre 2010 | in categoria/e attualita

    STOP AL CEMENTO E PIU' VERDE - Il popolo fa sentire la sua voce e va alle urne

    STOP AL CEMENTO E PIU' VERDE - Il popolo fa sentire la sua voce e va alle urne

    Alla fine Sestri Levante andrà alle urne prima del tempo, per votare un referendum sulla variante a un parcheggio, con un incremento dei box privati. Il referendum in realtà riguarda un’espansione edilizia senza precedenti che ‘vanta’ 60.000 vani in una città di 18.700 residenti: più di tre camere per abitante. Dopo le ultime lottizzazioni è nato il Comitato "Stop al cemento", al di fuori di ogni divisione partitica. In un solo giorno sono state raccolte oltre 400 firme, un’azione che ha creato un movimento più ampio, rendendo possibile la richiesta di referendum.

    Meglio strade larghe e dritte: contrordine, meglio strette e tortuose
    Le critiche del comitato referendario sono contro i 500 nuovi appartamenti al posto di aziende; una delibera che renderà edificabili le aree industriali dismesse (sospetti di lottizzazioni a Riva Trigoso: ex cantieri Diano, il fantasma di un porticciolo a Renà, le aree dei traballanti Cantieri navali). Infine c’è la chiusura del rettilineo dell’Aurelia. La strada sostitutiva ha una carreggiata stretta, un marciapiedi di un metro, tre rotonde in 400 metri. Le regole urbanistiche prevedono espansione delle infrastrutture necessarie, non la loro sparizione. Il Sindaco Lavarello in consiglio comunale ha spiegato che la nuova strada è appositamente più stretta e tortuosa in ottemperanza alle indicazioni "americane" che chiedono rallentamenti senza stop. Ma la recentissima "strada-parco" di San Bartolomeo ha una carreggiata larga e dritta, tanto che è stata ribattezzata "autostrada-parco". La lentezza virtuosa è un conto, ma senza ridurre il numero di strade, altrimenti le auto non rallenteranno, si fermeranno. Inoltre puntare tutto sul binomio inconciliabile turismo ed edilizia ha favorito la sparizione di imprese produttive e del terziario: i giovani sono destinati a emigrare. Vale la pena di consultare un faldone della Fabbrica Italiana Tubi (Fit) contenente: la valorizzazione delle proprietà al 6 novembre 1979; le superfici della fabbrica (dove risulta che i dati forniti dal sindaco in consiglio comunale sono sbagliati); uno studio sui sottosuoli dell’area (127.000 mq e 914.000 mc). Di particolare rilievo il conto economico, pari a 106 miliardi di lire di valore effettivo (217 mld con macchinari ed edifici nuovi). Computando il guadagno ottenuto con la vendita di appartamenti non è stato nemmeno un grande business, alla fine. Ma le case ora saranno un centro di costi, mentre in precedenza quei 127.000 mq davano lavoro a 2200 famiglie, come ricorda in un accorato documento l’ex assessore alle Finanze e Personale Roberto Bosso. E oggi mancano 2000 posti di lavoro.
    "Tigullio che inquieta" tra ‘ndrangheta e discariche abusive di rifiuti tossici
    Naturalmente le speculazioni nell’area sestrina non hanno attinenza con quanto afferma il procuratore aggiunto a Milano Armando Spataro, per il quale la Liguria è "la prima porta della ‘ndrangheta nel Nord Italia". La Casa della legalità e della cultura, in un articolo del marzo 2009 titolato "Tigullio che inquieta" faceva tuttavia alcuni nomi pesanti sugli appalti (vedere su internet). Su Sestri si parla anche di 40 mila fusti tossico-nocivi della prima Rifiuti Connection Ligure, parte dei quali potrebbe essere sepolta nelle miniere di Libiola, come disse il Wwf alla Commissione Parlamentare d’inchiesta sui Rifiuti. Nelle miniere potrebbero esserci anche "parti delle ceneri delle centrali Enel… e delle terre di Seveso". Pertanto serve attenzione in ogni Comune e Procura.

    A Sestri per ogni cittadino ci sono più dipendenti comunali che a Milano
    Si deve risparmiare: non è tanto il numero di dipendenti comunali che preoccupa: sono 217 con un rapporto di 1 ogni 86 abitanti. A Milano il rapporto è migliore (1:108), ma a Palermo va peggio. Quando però l’Amministrazione propone una nuova Arena per spettacoli (a carico di tutti, anche se sono oneri di urbanizzazione), si dovrebbero fare dei conti. E se da una parte tv e mercato hanno ridotto da quattro a uno i cinema-teatro, dall’altra vi sono quattro sedi comunali, una nuova di zecca, cosa assurda visto che Sestri non è Los Angeles e basta un’unica sede. Oltre a ciò l’Amministrazione ha fatto costruire, ricostruire o progettare ben sette tra arene, uditori, teatri e teatrini. Tutto questo ha un costo e, a ben guardare, in città non c’è teatro, non c’è musica (tranne la meritoria banda e qualcosa di classico all’Annunziata, con pochi spettatori). Il bel festival blues e l’Andersen sono all’aperto o presso l’Ariston e l’auditorium dell’Annunziata serve in parte per i convegni. E’ come se a Milano fossero stati creati 500 teatri, sottoutilizzati. Non si possono costruire sette cattedrali nel deserto: la città è piccola, in crisi e invecchiata.
    Guardiamo a tutta l’Italia: stanno andando al macero secoli di architetture rinascimentali, barocche, umbertine, lasciando mano libera alla squalo-urbanistica. Ogni espansione edilizia senza necessità, eseguita direttamente o resa possibile dagli Enti, dovrebbe essere considerata come un reato contro il patrimonio pubblico. Fa bene il popolo che vigila fa sentire la sua voce.

    Paolo Della Sala
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