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    ecologia

    di Parma Simone | 01 Maggio 2018 | in categoria/e attualita ecologia edizione cartacea

    MARE, SPIAGGIA, ACQUA: SIAMO AL SICURO? I risultati sullo stato di salute dei nostri litorali e di quello che beviamo

    MARE, SPIAGGIA, ACQUA: SIAMO AL SICURO? I risultati sullo stato di salute dei nostri litorali e di quello che beviamo

    Sta per iniziare la stagione balneare e a precederla sono stati - o sono in corso - scenografici e corposi ripascimenti delle spiagge. Un’operazione che si ripete ogni anno su tutto il litorale e che vede impiegate tonnellate di sabbia di riporto per rendere confortevole la tintarella a turisti e residenti. A far suonare il campanello d’allarme sull’utilizzo di sabbie corrette è stato l’epidemiologo e membro di Medici per l’Ambiente Valerio Gennaro, che ha richiesto l’intervento di Arpal sul litorale di Lavagna per verificare la qualità della sabbia utilizzata, messa in dubbio dal colore molto scuro: «Fatto test. L’acqua è torbida. C’è molta terra. Così Lavagna tiene distante i turisti! Invece delle mafie...», scrive suo profilo Facebook. Ma non è l’unico a preoccuparsi. Ci sono anche i cittadini, come Mirtha Babetti che ha divulgato la foto di una mole di sabbia “sospetta” apparsa sotto la galleria di Sestri (V. foto): “E questa da dove arriva? Vorrei saperlo, visto che alla prima mareggiata finirà tutto in mare”, si chiede. Le fa eco Alessandro Capelli: “Da operatore ittico e cittadino sono molto preoccupato: non so di cosa si tratti ma qualsiasi tipo di sabbia/terriccio potrebbe destabilizzare la fauna ittica; qualora venisse un po’ di libeccio ci ritroveremmo la baia di ponente color arancio, decisamente non un bel biglietto da visita turistico! Sarei pure io curioso di sapere: che materiale stanno usando, a quale fine?”. Per questo ci siamo chiesti, quanto ne sappiamo sulle condizioni di inquinamento del nostro mare e delle nostre spiagge?
    QUALE SABBIA?
    In prima battuta è naturale chiedersi quanto ci costi mantenere le nostre spiagge in maniera decorosa. Un dato che può far comprendere le proporzioni sono i fondi stanziati per Camogli, Lavagna, Sestri Levante e altri dodici comuni liguri: 320 mila euro per il 2018, per pulizia, monitoraggio e miglioramento. Inoltre ogni comune ha a bilancio i costi per il ripascimento e altri interventi che non vengono finanziati dalla regione. Dal punto di vista qualitativo è necessario il lasciapassare di Arpal  (l’Agenzia regionale per la protezione ambientale ligure).
    Quali sabbie vengo utilizzate per il rispascimento stagionale?
    «Possono essere utilizzati sedimenti provenienti da una cava, da una spiaggia, dall’alveo di un fiume, dal fondale marino, ecc. In ogni caso, il luogo di provenienza del materiale deve sempre essere specificato».
    Che analisi effettuate?
    «Il materiale asportato deve essere sottoposto all’analisi granulometrica e la sua composizione chimica deve essere compatibile con le caratteristiche del fondo naturale (come indicato nel Decreto di Giunta della Regione Liguria n. 1446 del 2009). Ad esempio è importante considerare la concentrazione di “pelite” (la sabbia di granulometria più fine) in quanto questa è responsabile del grado di torbidità dell’acqua».
    Ci sono casi in cui non vengono effettuate?
    «Solo nel caso in cui il materiale depositato provenga dallo stesso “paraggio”, cioè dallo stesso settore di costa».


    MARE PULITO?
    Lo scorso anno Santa Margherita Ligure, Camogli, Chiavari e Lavagna hanno potuto far sventolare la bandiera blu per il mare pulito e nel 2018 Lavagna ha già ottenuto la Bandiera Verde che premia le spiagge più fruibili per i bambini e le loro famiglie. Ma la polemica sulla reale pulizia delle acque ogni anno torna di attualità. Anche in questo caso è Arpal a eseguire i test, che vengono eseguiti una volta al mese in 373 tratti di costa prestabiliti, monitorati già da Aprile di ogni anno. Sul sito istituzionale è possibile consultare lo stato delle acque di tutti questi tratti, che vene classificato come Eccellente, Buono, Sufficiente o Scarso. La stessa Agenzia può dare l’allarme per eventuali pericoli riguardanti eccessive presenze di Cromo esavalente, alghe tossiche o altri inquinanti e avvertire le amministrazioni comunali per attuare il divieto di balneazione.


    I TRATTI SOTTO OSSERVAZIONE

    Secondo le analisi Lavagna, Sestri Levante, Camogli e Recco se la cavano bene, mentre ci sono problemi su Rapallo, Santa Margherita e Chiavari. La foce del Boate verrà controllata ben 11 volte questa stagione e anche quella dell’Entella sarà osservata speciale. Il calendario dei prelievi non sarà conosciuto dai comuni, così da non poter alterare la qualità dell’acqua per compiacere Arpal. Nonostante i dati siano incoraggianti lo scorso anno Goletta Verde, la nave di Legambiente che effettua controlli indipendenti, nelle nostre coste e ha evidenziato “cariche batteriche elevate in quasi la metà dei punti monitorati”. In particolar è stato classificata come “fortemente inquinata” la foce dell’Entella.

    E L'ACQUA CHE BEVIAMO?
    L’inquinamento che sta a monte, oltre che rischiare di finire nei tubi degli acquedotti, finisce a mare. È una legge fisica e ne sanno qualcosa i cittadini di Sestri Levante, che si sono mobilitati per la presenza di Cromo esavalente nelle acque delle proprie condutture idriche. In un convegno indetto da Gian Paolo Chella, geologo, sono state evidenziate anomalie e sforamenti dei limiti di presenza di Cromo nei pozzi di Pila e Via Paggi. Stando agli intervenuti le normative non sono abbastanza stringenti, nonostante in ballo ci sia la salute dei cittadini. È stato così deciso di istituire un “osservatorio ambientale” per monitorare la situazione, che comunque è stata più volte considerata “sotto controllo” dall’amministrazione Ghio. Anche se abbiamo visto che i controlli ci sono (e si preannunciano capillari) tenere gli occhi aperti e segnalare eventuali dubbi alle autorità, senza creare allarmismi, è un diritto e dovere che compete anche ad ognuno di noi.



    Tratto da CORFOLE! del 5/2018, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata


     


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