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attualita, diritto, ecologia, edizione cartacea
di Giansandro Rosasco | 04 Marzo 2014 | in categoria/e attualita diritto ecologia edizione cartacea
Acqua pubblica: 120 giorni per capire se il vostro Sindaco intende assumersi le proprie responsabilità
I Comuni sotto i tremila abitanti potranno ritornare a gestire il servizio idrico
SE L’ACQUA DEL RUBINETTO E’... MARRONE
In molti Comuni, specie dell’entroterra, le società private hanno miseramente fallito lasciando alla popolazione solo disservizi e bollette salate. Qui un’immagine a confronto di acqua raccolta in diversi giorni da un abitante della Val Fontanabuona messa a confronto con l’acqua comprata (bottiglia a destra). Inutili le proteste che vengono rimbalzate tra amministrazione e società private: fino a quando la popolazione sopporterà tutto questo? E’ giunto il momento che i cittadini si facciano sentire altrimenti tutto rimarrà come prima.
Hai avuto disservizi con l’acqua? Segnalaceli a redazione@corfole.com
Mentre il referendum sull’acqua viene calpestato quotidianamente e le associazioni a favore della pubblicizzazione minacciano una class action, arriva una buona notizia: a livello locale si potrà tornare a gestire l’acqua in proprio come si è sempre fatto in passato, curando prontamente i disservizi ed evitando le bollette stratosferiche grazie all’approvazione, a larga maggioranza in Consiglio Regionale, della nuova Legge sulla gestione dei servizi di Acqua e Rifiuti.
SULL’ACQUA NON SI DEVE LUCRARE
A questo proposito interviene il Consigliere Regionale Marco Limoncini che ha condiviso il disegno di Legge presentato da Ezio Chiesa tramutatosi poi in emendamento alla Legge presentata dalla Giunta Regionale: “Soprattutto per quanto riguarda la gestione del servizio idrico abbiamo ottenuto un grande risultato, votato a larga maggioranza: infatti con la nuova legge si prevede la possibilità per i Comuni sotto i tremila abitanti di ritornare a gestire direttamente l’intero servizio idrico, acqua e fognatura. Molti dei nostri Comuni, quando gestivano direttamente il servizio, riuscivano a fare le manutenzioni giornaliere e attuare anche gli investimenti necessari riguardo il potenziamento di reti e manutenzioni importanti, e questo con tariffe fortemente inferiori rispetto alle attuali. Pertanto crediamo che per le nostre comunità locali possa essere una nuova opportunità quella di riportare ad una gestione pubblica un servizio così importante per i nostri cittadini”.
UN INCONTRO TRA COMUNI PER VALUTARE PRO E CONTRO
Più cauto il parere del Sindaco di Cicagna, Roberto Bacigalupo: “credo che la Legge approvata sia nei contenuti condivisibile e soprattutto consente di rafforzare il ruolo pubblico nel governo dei servizi, nel rispetto delle autonomie locali. E’ evidente che un passaggio del genere deve essere valutato attentamente anche se credo che il termine di 4 mesi sia risicato. Questa alternativa deve essere considerata una opportunità per i Comuni, ma resto dell’idea che dobbiamo sempre e comunque valutare attentamente quali sono vantaggi e svantaggi, sempre nell’interesse dei cittadini. Auspico che a breve si riesca ad organizzare una riunione con tutti i Comuni interessati, al fine di capire le opportunità e quali prospettive possono configurarsi per il futuro dei nostri comprensori”.
120 giorni per decidere
Borzonasca, Mezzanego e S. Stefano d’Aveto sembrano i più propensi. Gli altri Comuni avranno tempo fino a metà giugno per fare o meno la scelta di ritornare a gestire direttamente il servizio, alla condizione che sia garantita le gestione complessiva del ciclo integrato, acqua e depurazione. “Sull’acqua non è giusto creare profitto - conclude Limoncini -. Se le nostre comunità avranno il coraggio e la forza di riprendersi la gestione potrà essere un buon banco di prova per dimostrare quanto sia importante ritornare ad una gestione pubblica di un servizio così importante”. Insomma le carte ora ci sono tutte e sta alle amministrazioni locali decidere entro e non oltre metà giugno come giocarle: se a favore della cittadinanza oppure scaricarsi la coscienza lasciando tutto com’è oggi in mano alle società private che hanno il solo fine di fare utili e creare profitto senza in cambio fornire servizi adeguati rispetto ad una tariffa negli ultimi anni più che quadruplicata.
Tratto da CORFOLE! del 3/2014, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata
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