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    Corfole si rinnova, partecipa alla trasformazione!

    Nove anni di noi, diciannove di “giornalino rosa” e tante novità in arri...

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    IL MERCATINO DEL LEVANTE

     

    Bedini Elettrodomestici

     

    Leani Ardesie

    AZIENDE DEL TERRITORIO

     

    By IDT-Midero

    UTILITÀ

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    La formula della Tavernetta di Chiavari funziona e ora la trovate in centro, nel nuovo locale sotto i portici di Via Entella....

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    ...e deriva da una mitologica tragedia d'amore (sigh!) Eh s&igrav...

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    edizione cartacea

    30 Marzo 2025 | in categoria/e edizione cartacea

    Con Igno imparIamo a parlare con le nuvole - Parte la rubrica del Meteorologo Ignorante

    Con Igno imparIamo a parlare con le nuvole - Parte la rubrica del Meteorologo Ignorante

    Capiremo i fenomeni atmosferici, come il cielo reagisce agli umori del mare, le alluvioni, il pericolo


    Se vi state chiedendo cosa diamine ci sia di così interessante nel meteo da doverci fare una rubrica - e soprattutto leggerla! -, vi basterà sapere che la sua pagina è seguita da oltre 120.000 persone che ogni giorno attendono “la parola di Igno” per sapere non solo che tempo farà, ma soprattutto perché. E agli incontri divulgativi presso scuole, piazze e teatri c’è sempre il pienone. Ma mica di meteorologi: ci vanno famiglie intere, scolaresche, gruppi di amici e gente qualunque, tutti pronti a trasformarsi in insospettabili “meteobeline”.
    Stiamo parlando di Gianfranco Saffioti, ovvero Il Meteorologo Ignorante, di cui vi abbiamo già parlato (Corfole agosto 2019 e novembre 2023): col suo stile ironico trascina migliaia di persone a interessarsi dei fenomeni della natura, di come concorrono alla nostra quotidianità, grazie a quale vento avremo un “gran soleil” e quale ci porterà “umido e mestizia”, di come la Liguria sia una terra unica, dove a Genova può nevicare mentre nel Tigullio si prende il sole! Il tutto, trasformando i protagonisti naturali in “personaggi”, come in un fumetto. Una forma di divulgazione ironica sì, ma comunque seria e importantissima perché insegna alle persone a “leggere i segnali”, a capire quando la natura può farsi pericolosa e mettere quindi in atto tutte le forme di segnalazione del rischio e di autoprotezione. E sono proprio l’intento divulgativo, lo stile comprensibile ma attento alle parole e l’attenzione agli effetti sulle persone che ci accomunano: ecco quindi che da questo mese Il Meteorologo Ignorante, per tutti “Igno”, entra nella grande famiglia di Corfole.
     
    Attenzione, questa rubrica causa effetti collaterali a lungo termine

    Vi troverete a guardare fuori e chiedervi “perché il cielo oggi è grigio e ieri era azzurro”? Perché le nuvole sono a quell’altezza e hanno quella forma? C’è alta o bassa pressione? Significa umidità o pioggia a bulacchi? Il matrimonio della cugina è salvo? Ma soprattutto... tiro fuori o no lo stendigno?



    Gianfranco Saffioti, ovvero Il Meteorologo Ignorante,
    con il carro di Carnevale che alcuni fan hanno
    dedicato ai suoi “personaggi meteo”, come quello sotto
     




    LA PAROLA A IGNO: "L'importanza della divulgazione"

    Senza scomodare Galileo Galilei, che utilizzò il teatro e la divulgazione per rendere la scienza accessibile a tutti, in tempi recenti, con l’avvento dei media digitali, occorre prendere atto che la scienza è diventata sempre più uno spettacolo, con esperimenti e documentari avvincenti e divulgatori scientifici carismatici. Un passaggio non privo di scossoni, soprattutto nel mondo scientifico, da sempre chiuso in sé stesso, fortemente autoreferenziale e ancor più spesso, forse, più o meno volontariamente cattedratico. La storia recente, però, ci sta dimostrando che i due mondi, quello prettamente scientifico e quello strettamente spettacolare, teatrale e divulgativo non solo possono coesistere, ma possono persino dialogare, convivere, abbracciarsi per raggiungere uno scopo comune.

    La scienza non è un atto di fede,
    ma un’impresa umana che si dedica
    all’esplorazione, alla comprensione del mondo
    attraverso l’osservazione, l’enunciazione di ipotesi, la sperimentazione,
    l’analisi dei dati e infine la formulazione di teorie.


    Ho scritto “e infine”, vero? Sì l’ho scritto, e mi dolgo! Perché tutti questi processi rigorosamente consequenziali, che hanno lo scopo di formulare una teoria scientifica, poi bisogna saperli raccontare, spiegare, renderli comprensibili, credibili e utili anche alla “signora Maria”. Quella che ogni giorno, più o meno consapevolmente, con quelle teorie ci deve convivere e prendere persino decisioni diverse, più consapevoli.
    La comunicazione che si fa spettacolo, la divulgazione che si fa teatro, che si fa semplice ma non banale, accessibile ma non superflua, che scarta le formule matematiche e mette in scena la semplificazione “utile” che può persino salvarti la vita. La discrasia cronica della didattica scolastica con la realtà, problema tutt’altro che recente, apre un’altra ferita incolmabile in un periodo in cui il cambiamento climatico e i fenomeni estremi non debbono essere subiti, ma necessariamente compresi e affrontati.
     

    I nostri ragazzi, a cui non viene insegnato cosa sia un pluviometro, o un idrometro o a saper leggere un radar meteorologico, sono soprattutto loro a cui mi sento in dovere di insegnare il primo gradino, il primo passaggio, il primo vero step di tutto il processo scientifico: l’osservazione. L’osservazione empirica, quella che abbiamo perso da tempo, quella per cui non siamo più in grado di riconoscere i segni del tempo, i segni della nostra terra. E l’osservazione strumentale, per fare autoprotezione attiva durante gli eventi alluvionali, quella che ci viene in soccorso grazie proprio allo sviluppo di quella scienza che non ci viene spiegata e raccontata. Se vorrete, c’è un Ignotur che vi aspetta: 8 aprile a Pietra Ligure Teatro Guido Moretti Piazza Castello Ore 21


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