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10 Dicembre 2013 | in categoria/e diritto esperti

RISOLTO CON LA MEDIAZIONE - Questioni ereditarie: quando il vero tema non è il denaro

Presso la sede della nostra camera di conciliazione ricevemmo il dottor Rossi con la sorella, la quale aveva presentato la domanda di mediazione, insieme ai rispettivi avvocati. La signora raccontò che 30 anni prima il padre aveva costituito cinque società le cui partecipazioni, tramite patto di famiglia, erano andate al fratello. Raccontò anche del bel rapporto con il fratello e della passione per l’attività di gestione svolta nelle società del padre, nonché della delusione provata a causa della costituzione del patto di famiglia a seguito della sua scelta di fare la mamma per crescere al meglio i propri tre figli. Il sig. Rossi ci riferì di aver sempre avuto ottimi rapporti con la sorella e che il padre lasciò tutte le partecipazioni societarie a lui e i beni mobili e immobili di eguale valore alla sorella, allo scopo di non disperdere il patrimonio di famiglia ed evitare tensioni tra i figli. Durante il colloquio individuale la sig.ra Rossi sottolineò che in realtà non era interessata al denaro quanto ad avere di nuovo un ruolo attivo nelle società, essendo oramai i figli divenuti grandi. Mentre il fratello ci raccontò le difficoltà che dovette affrontare gestendo la ditta da solo dopo la morte del padre e in piena crisi economica. In altra sede separata invitammo la signora a formularci un’opzione per un’eventuale conciliazione e dichiarò la propria volontà di rinunciare a qualsiasi azione per ottenere la compensazione in denaro o altri beni derivanti dalla stipulazione del patto di famiglia a favore del fratello, sia per archiviare definitivamente tutte le preoccupazioni e le discussioni, sia per poter tornare a lavorare come amministratrice.
Riferimmo queste opzioni al dottor Rossi il quale si dichiarò disposto a nominare la sorella amministratrice di due società, anche in considerazione del fatto che ciò avrebbe riempito di gioia pure il defunto padre. La signora accettò la proposta di ritornare a essere l’amministratrice unica di due delle società con un compenso predeterminato con una quota fissa e una variabile in relazioni agli utili, lasciando tutte le partecipazioni nelle mani del fratello e rinunciando a qualsivoglia compensazione in denaro.
L’accordo fu scritto e sottoscritto, con reciproca soddisfazione dei fratelli.

A cura della Dott.ssa
Maria Adele Melioli
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Tratto da CORFOLE! del 12/2013, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata

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