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    salute e benessere

    13 Dicembre 2011 | in categoria/e attualita

    Ufficio Complicazioni Affari Semplici - Con Madama Burocrazia anche il semplice rinnovo della patente diventa un'impresa... romanzesca

    Ufficio Complicazioni Affari Semplici - Con Madama Burocrazia anche il semplice rinnovo della patente diventa un'impresa... romanzesca

    Ricordate Rosario Chiarchiaro, protagonista della commedia pirandelliana “La patente” ingiustamente messo al bando dalla società per una sciocca superstizione? Bene, questa metafora vi sarà utile per capire come Pirandello ad inizio secolo ci avesse visto molto lontano, soprattutto se i panni di coloro che mettono al bando il povero Rosario sono vestiti da Madama Burocrazia. Non ci sono drammi personali o famigliari nella vicenda che da aspirante moderno Pirandello  sto per raccontarvi, ma solo un sano “mugugno”. Di quelli genovesi, che sono “mugugni” per eccellenza.
    Mi è scaduta la patente qualche giorno fa. Embè? Nonostante la mia solerte scuola guida mi avesse tempestivamente avvisato di essere a mia disposizione per il rinnovo, ho scelto di andare all’Igiene Pubblica dell’ospedale per rinnovarla. Embè? Pazientate ancora un pochino e capirete. Prenoto la visita- per la quale sono in molti a rassicurarmi “Vedrai, entri, ti mettono un timbro ed esci!”- mi munisco di tutta la documentazione necessaria (dal certificato medico che dice che sono sana come un pesciolino a quello dell’ottico per gli speggetti fino alla fotocopia del libretto sanitario), di marca da bollo e di ricevute dei pagamenti. E allora? Allora… allora arriva il giorno della visita. Entro bella fiera dicendomi “E’ solo una formalità”. Evidentemente mi sbagliavo. Si comincia dalla prova della vista, poi si passa a quella dell’abbagliamento, a quella dell’udito per arrivare ai test neurologici. Tutti bene, se non fosse che mentre mi accingo a firmare tutti i papiri del caso e dichiaro orgogliosa di non essere mai stata fermata e di non aver mai subito il ritiro della patente, il dottore prende in mano i miei certificati, li sfoglia velocemente e salta al libretto sanitario. Sì, proprio quello che dovrebbe riportare nero su bianco le patologie che ognuno di noi ha e le relative esenzioni. Ma qualche volta, come nel mio caso, succede esattamente l’opposto: sul libretto sanitario risulta, infatti, una patologia dalla quale non sono affetta e che impedisce il rinnovo puro e semplice della patente. Cado dalle nuvole. “Non posso rinnovarle la patente- mi dice il dottore- per questa patologia ci vogliono ulteriori certificati altrimenti devo chiudere la pratica e inviarla alla motorizzazione che, previo espletamento di altri accertamenti, le rinnoverà la patente”. Resto allibita, protesto ma non c’è niente da fare. La risposta serafica del dottore è “Lo dicono anche le Linee Guida!”. Ah beh, se lo dicono loro, allora…
    Esco piuttosto arrabbiata dall’ambulatorio e comincio a fare due conti: il tempo di chiamare il medico per il certificato, quello di farmi modificare il libretto sanitario…in un paio di giorni dovrei sistemare tutto. Peccato che l’ufficio è itinerante e il primo giorno utile per la visita fa tappa a Cicagna. Dalla Sestri Levante all’alta Fontanabuona per rinnovare la patente! Mi attrezzo con tutta la documentazione del caso e vado: “Non capisco perché il collega non abbia chiuso la pratica e l’abbia mandata da me” esordisce il medico di turno. Spiego brevemente la situazione. Il dottore se la ride sotto i baffi: “Sinceramente non capisco proprio- mi dice- aveva anche il certificato del medico curante che dice che lei non ha nulla! Mah…”In quattro e quattr’otto ora che ci ripenso mi sembra di vedere la situazione che permette a Rosario Chiarchiaro di ottenere la patente da jettatore: proprio mentre pretende ad alta voce la sua patente di jettatore, un colpo di vento fa cadere la gabbia dove, ormai morto per la caduta, cantava un cardellino, unico ricordo della defunta cara mamma del giudice. Così il rumore della pagine del mio certificato di sana e robusta costituzione  sfogliato dal dottore di turno infligge il colpo di grazia a Madama Burocrazia e alle sue benedette Linee Guida  e mi restituisce la mia tesserina rosa rinnovata per altri dieci anni! Peccato che a me nessuno pagherà un obolo anti-jella!
    Chiara Staderoli

    Fonte: Chiara Staderoli © Riproduzione vietata


     


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