edizione cartacea, tempo libero

di Giulia d'Arrigo | 19 Dicembre 2017 | in categoria/e edizione cartacea tempo libero

L'ANGOLO DI GIULIA - E voi siete pronti?

Ci siamo. Ancora una manciata di giornì all’ora X. Quest’anno però non mi faccio cogliere impreparata. Il messaggio “Anche a te e famiglia” è già salvato nelle bozze, pronto ad essere scagliato come un proiettile contro chiunque mi invii un messaggio di auguri preconfezionato. Anzi, quasi quasi gioco di anticipo e lo invio per prima a tutti i contatti. Voglio vedere cosa rispondono.
Ah, e poi sono praticamente digiuna. Macino chilometri ogni giorno per allenare il mio corpo ad una maratona di cibo non stop. Posso arrivare fino ad otto ore seduta a tavola prima del collasso. Sono pronta persino al panettone, che la sera della Vigilia è buonissimo, a Capodanno perché no, a maggio quando ti ritrovi a pucciare la milionesima fetta nel caffè e sai di averne ancora tre scatole in dispensa diventa letale.
Ma soprattutto ho dato priorità alla preparazione psicologica.
Sono pronta ad una tavolata tra parenti che non vedo da così tanto tempo che di qualcuno ho scordato anche il nome. Anzi, qualcuno giurerei di non averlo mai visto, vuoi vedere che ci sono gli imbucati? E poi ci sono i bambini. Belli, i bambini, soprattutto a Natale, che ti si siedono vicino e si scaccolano e si puliscono sul tuo maglione, quello brutto a scacchi che te lo ha regalato una zia per Natale e Natale appunto è l’unico giorno in cui lo indossi, e ti spiano ridacchiando perché lo sanno, che a Natale sono tutti piu buoni e tu puoi solo tacere ed imprecare tra te e te.
E poi c’è la tombola, la tombola che quando si inizia ridono tutti ma alla terza cinquina la tavolata è uno scenario di guerra, con gli sguardi assetati di sangue e la bava alla bocca, che quei due euro al centro del tavolo prima di sera saranno i tuoi, dovessi passare sui cadaveri di tutta la famiglia, mentre i parenti più anziani e un po’ sordi hanno marcato i numeri fino all’ambo, ed ora sono lì che cercano di capire dove posizionare i fagioli. E c’è sempre, sempre ad ogni tombola, lo zio che fa il simpatico e non si dà pace finché non ha recitato tutta la smorfia, tutta.

Sì, sono pronta.
Corazzata.
Disposta a tutto.

Poi, però, quando cammino da sola vedo le vetrine accese e le luminarie, e i bambini che per mano ai genitori domandano se Babbo Natale porterà davvero quello che hanno scritto nella letterina. E allora penso ai miei Natali, al sacco rosso in salotto, alle corse con mia mamma da una finestra all’altra quando iniziava a nevicare, come se da una stanza all’altra i fiocchi cambiassero d’aspetto. A mio papà che mi versava mezzo dito di spumante, quando protestavo perché i grandi lo bevevano ed io no, e mi diceva “Toh, per bagnarti il becco”, ed anche adesso che ho quasi trent’anni me ne versa tanto così, ma credo che tutto sommato sia amore anche questo. E allora, ma non ditelo a nessuno, mi luccicano gli occhi e penso che quella cosa che chiamano spirito natalizio da qualche parte la sento anche io.
Ma mi raccomando, rimanga tra noi.
Buon Natale!!