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attualita, edizione cartacea
di Giansandro Rosasco | 08 Giugno 2018 | in categoria/e attualita edizione cartacea
FONTANABUONA: per rinascere bisogna dire addio ai campanilismi
Servono soldi e tunnel, ma prima ancora una visione di territorio per definire un rilancio organizzato e coerente, nel bene di tutti
A fine maggio si è tenuto presso il Teatro di Cicagna un interessante convegno organizzato dal Secolo XIX ed. levante guidato dal caparbio Roberto Pettinaroli. L’incontro è nato a seguito di una serie di articoli usciti nelle settimane precedenti e che parevano voler gettare ombre sulla Valle ma che alla luce dei fatti si sono dimostrati molto vicini alla realtà. Hanno preso parte all’iniziativa studiosi, tra cui il professore Francesco Gastaldi, instancabile commentatore della vita politica ligure e artefice di alcuni degli articoli suddetti, rappresentanti di categorie tra le quali Confindustria, Coldiretti, Camera di Commercio, sindacati accompagnati dalla solita banda politica di tutti gli schieramenti. I temi sono stati vari. Dal rilancio dell’agricoltura alla fusione dei comuni fino dal problema della banda larga, sollevato dalla popolazione oltre un decennio fa e snobbato dagli amministratori, che con il loro tempismo lo portano in auge ora; fino ad arrivare ad un punto che probabilmente per timore non era nemmeno inserito nel programma dell’incontro, ma che torna inesorabile come le zanzare d’estate: il tunnel costa-entroterra. Grande assente il Presidente della Regione Liguria Toti, che da un lato non illude come il suo predecessore, dall’altro con la sua assenza manifesta scarso interesse per un’opera che interessa tutto il Levante.
> TUNNEL
Destra e Sinistra si son bruciate tutte le carte, Autostrade scarica su regione, l’assessore nicchia
Pochi giorni dopo l’incontro, a ribadire il disinteresse di centrosinistra e di centro destra, il laconico intervento dell’amministratore delegato Autostrade per l'Italia Giovanni Castellucci, il quale alla domanda “Il Tigullio continua a chiedere il tunnel della Fontanabuona è nei programmi?” la risposta è stata: “Il progetto è stato analizzato in profondità nel passato. Si era convenuto con le istituzioni, cosa sulla quale non abbiamo motivo di tornare indietro, che non fosse prioritario. La priorità, ribadita nell’incontro voluto dal Presidente Toti, è del nodo di Genova”. A fare le veci di Toti ha presenziato l’assessore regionale allo sviluppo economico, in quota Lega, Andrea Benveduti che ha dimostrato però di non conoscere a fondo il quadro della situazione né le battaglie portate avanti negli anni dalla popolazione per quest’opera. Lo salva la sua fresca nomina e speriamo che l’amore che afferma di aver fin da bambino per la Fontanabuona possa rinvigorirsi, vista la nuova compagine governativa che vede proprio la Lega e il Movimento Cinque Stelle a tirare le fila.
La speranza è nel M5S
E a proposito dei Cinque Stelle al supporto espresso nel programma regionale da parte di Alice Salvatore, Federico Tosi, Gabriele Pisani, consiglieri di minoranza, si va oggi a sommare la presenza sul territorio dell’Onorevole Roberto Traversi; ma soprattutto il tassello più importante, emerso negli ultimi giorni: la nomina del neo Ministro alle infrastrutture Danilo Toninelli. C’è da sperare bene, anche se l’omogeneità Regione/Governo - che in passato il PD non ha saputo, o voluto, sfruttare - al momento purtroppo non c’è.
> IDEE PER IL RILANCIO
Le banche promettono anticipi sui finanziamenti, che però sono bloccati per... software difettoso
A fare promesse ci ha comunque pensato un bancario, forse spinto dalla crisi e conseguente chiusura di ben sei delle sue agenzie nel Tigullio (Portofino, Sestri, Santa Margherita, Castiglione, Monleone e Carasco): Paolo Sanguineti, direttore area del Banco di Chiavari, si è impegnato a erogare 10-20 milioni Euro come anticipo dei bandi pubblici. Quegli stessi bandi pubblici che però nella programmazione 2014 –2020, come ha ricordato nel suo intervento Marisa Bacigalupo presidente GAL, ”sono fermi per un malfunzionamento del sistema informatico centrale che perdura da anni, col rischio di vedere andare in fumo tutti quei denari” (che è anche uno degli unici motivi sicuramente positivi per cui stiamo in Europa). Roba da Repubblica delle banane.
Unire le forze è l’unica via di salvezza
A dare un lume di speranza l’idea di un’associazione formata da amministratori, commercianti e cittadini che potrebbero portare avanti un cambiamento partendo dalle piccole cose, ma neanche tanto piccole, come “mettere posto una volta per tutte la ciclabile”. Il problema? Che è frazionata tra tanti comuni, quindi ognuno fa quello che vuole, per lo più niente, perché “mancano fondi e le priorità sono altre”. E qui veniamo alla questione della fusione dei Comuni, l’unico sistema per mettere d’accordo la moltitudine dei Sindaci della valle, i quali fortunatamente rimangono saldamente uniti nella lotta per il tunnel, ma restano divisi su tutto il resto e continuano a lamentarsi del fatto che non hanno soldi da spendere glissando costantemente sull’argomento “fusione”. Non si sa se per cercare di mantenere il proprio feudo o per chissà quale motivo tanto importante da mettere a repentaglio la qualità della vita di un’intera valle. Intanto una valanga di quattrini va a finire nelle casse dei soliti Comuni trentini (che già ne hanno di loro), prima regione in Italia per numero di fusioni. E comunque prima o poi una legge imporrà questa scelta, ma senza dare manco un nichelino. Al posto di instillare nella gente la paura di perdere qualcosa, cosa non si sa, si potrebbero creare delle municipalità con i servizi base come avviene nelle città e cominciare a ragionare in una logica di comprensorio per un rilancio reale, perché il tunnel è indispensabile ma deve essere supportato da una visione complessiva che rispetti ambiente, commercio, industria e crei servizi idonei. Certo non giova l’esperienza dell’eliminazione delle province - trasformate in una mastodontica e perpetua cassa integrazione per i dipendenti pubblici - e l’eliminazione delle Comunità Montane, come sottolineato dall’inossidabile cultore di storia locale Renato Lagomarsino. Forse andrebbero anche ripensate le funzioni della Regione, macchina burocratica troppo distante dai cittadini rispetto agli enti locali, più vicini ma con scarse risorse disponibili.
In ogni caso occasioni di confronto non possono che giovare al territorio; la speranza diffusa è che ne vengano organizzati altri magari con ulteriori attori portatori di idee fresche e politici significativi che conoscano davvero il territorio e le sue potenzialità - perché è su questo che si deve ragionare - per ottenere (nel contesto nazionale) quel poco che è dovuto alla combattiva Val Fontanabuona.
Tratto da CORFOLE! del 6/2018, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata
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