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tempo libero
18 Maggio 2012 | in categoria/e attualita games e techno tempo libero
GAME WORLD - E' morto Jack Tramiel, il papà del Commodore 64. Aveva 83 anni
Questa è una di quelle notizie che ti lasciano l’amaro in bocca, perchè sembra come aver perso una parte importante dell’adolescenza, quando per la prima volta a 12 anni, spalancai le mandibole davanti a quella strana tastiera marroncina e nera, ma che proiettava sul televisore fantastiche meraviglie ad 8 bit. Per me scrivere queste righe per ricordare Jack Tramiel, non solo è doveroso, ma la sua memoria per me è alla pari, se non di più di tanti altri personaggi più blasonati.
Eh si, Jack Tramiel è una di quelle persone che hanno davvero fatto la storia della tecnologia. E’ stato il primo a proporre un home computer che fosse per le masse e non per le classi più abbienti … Per la prima volta fu possibile avere in tantissime case, un vero computer con cui anche programmare righe di codice se si conosceva il linguaggio basic.
Se siete dei quarantenni come me, non potete non ricordare le serie Commodore che ci ha accompagnato per tutta l’adolescenza, a cominciare dal Vic 20, per passare al Commodore 16 e arrivare al leggendario Commodore 64 (che ho tutt’ora in cantina) …
La storia di Tramiel è davvero leggendaria, nato in Polonia nel 1928, dopo l’occupazione dei tedeschi, nella seconda guerra mondiale, fu deportato nel campo di concentramento di Auschwitz insieme ai genitori. Poi lui e suo padre furono mandati in un campo di lavoro ad Hannover mentre la madre restò ad Auschwitz. Suo padre morì di tifo poco dopo, e anche Jack pensava che sarebbe stato ucciso di li a poco, ma venne salvato nel 1945 dagli americani.
E proprio in America emigrò nel 1947 dove si arruolò nell’esercito ed imparò a riparare macchine da ufficio, soprattutto le macchine da scrivere. Nel 1953 lavorò come tassista e mise abbastanza soldi da parte per comprare un negozio di riparazioni nel Bronx, che chiamò Commodore Portable Typewriter Company. Scelse il nome Commodore, perchè voleva che fosse un nome con affinità militari e soprattutto che ne rispecchiasse i più alti gradi (in italiano significa appunto Commodoro).
Iniziò con quello che aveva imparato nell’esercito, ovvero riparare macchine per scrivere, ma con l’aiuto di nuovi investitori, Tramiel passò ad acquistare una ditta tedesca che faceva calcolatrici e negli anni 70, la Commodore fu una delle più importanti produttrici di calcolatrici, basate sui famosissimi chip della Texas Instruments. La stessa Texas Instruments però poco dopo entrò nello stesso mercato, producendo da se le calcolatrici, abbattendone anche i costi, poichè la Texas assemblava da sola i propri prodotti.
A questo punto Tramiel dovette trovare un altro produttore di chip per continuare a stare sul mercato delle calcolatrici e comprò una piccola società nella Pennsylvania che versava in cattive condizioni finanziare, la MOS, che diventò parte della Commodore.
Proprio un ingegniere della MOS, Chuck Peddle, l’uomo che progettò il chip 6502, convinse Tramiel che le calcolatrici avevano fatto il loro tempo e che i computer ben presto ne avrebbero preso il posto.
MOS Technology aveva infatti prodotto l’anno precedente il MOS KIM-1, essenzialmente una scheda madre di test per aiutare gli sviluppatori che utilizzavano il MOS 6502. Questo prototipo di computer, venduto a 245 dollari, aveva però riscosso un successo superiore alle aspettative, venendo comprato anche da semplici amatori.
Tramiel vide le potenzialità di questo nuovo mercato e dette il via libera a Peddle per la realizzazione di un home computer derivante dal KIM-1. Peddle studiò quindi una macchina basata su quel prototipo, a cui aggiunse un chip video per la visualizzazione dei dati su monitor, 4 KB di RAM, un interprete BASIC della Microsoft, ed assemblò il tutto in un case che includeva lo stesso monitor, una tastiera ed un registratore a cassette. Nacque così il Commodore PET, venduto ad un prezzo di 599 dollari. Il PET fu presentato a gennaio del 1977 nella catena di negozi Radio Shack, nella previsione che fosse venduto anche lì, e poi alle successive fiere West Coast Computer Faire e Chicago Consumer Electronics Show. In quell’anno furono presentati anche altri home computer quali l’Atari II o il TRS-80, ma la Commodore ebbe il grosso vantaggio di riuscire a distribuire il PET a livello mondiale nel giro di pochi mesi. Il PET fu un successo soprattutto in ambito didattico grazie al fatto che incorporava tutto il necessario per funzionare: una tastiera per immettere i dati, un monitor per vedere i risultati, un registratore per salvare i programmi.
Ma mentre i prezzi calavano i clienti si accorsero che il monitor monocromatico del PET (testo verde su sfondo nero) non era il massimo visti anche i colori disponibili sulle offerte dalla concorrenza, come l’Apple II o l’Atari 800, che potevano addirittura essere collegati ad un comune televisore come sostituto economico di un monitor dedicato. La Commodore rispose nel 1980 presentando il Commodore VIC-20, un computer dotato di un nuovo chip grafico con un supporto elementare ai colori che ebbe un grande successo. Nel 1982 nacque il Commodore 64, il computer più diffuso di tutti i tempi, con 30 milioni di unità vendute. Nel 1984 i ricavi delle sue vendite superarono il miliardo di dollari.
Fu durante quel periodo d’oro per la Commodore che Tramiel coniò la sua famosa frase “Dobbiamo costruire computer per le masse, non per le classi” (We need to build computers for the masses, not the classes) ….
E direi che Jack c’è riuscito alla perfezione, anche se poco dopo, iniziò il declino, poichè fu costretto ad abbandonare la società da lui stesso fondata per attriti tra lui e uno degli investitori più importanti (Jobs ha replicato lo stesso destino).
Ma io voglio ricordarlo così, come colui che riuscì a farci entusiasmare per primo alla tecnologia, ad avere la soddisfazione di giocare a casa con giochi che all’epoca riempivano i bar in cui buttai tutte le mie paghette …
Ad avere la gioia di far funzionare le mie prime righe di codice, acquistando le prime riviste in edicola tutte dedicate al mitico Commodore 64 …
Ciao Jack … grazie infinite per tutte le tue intuizioni e per aver contribuito fortemente a trasformarmi in ciò che oggi faccio anche per lavoro, ma soprattutto per passione … Grazie per averci reso protagonisti di questo fantastico mondo della tecnologia !
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