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attualità
13 Luglio 2023 | in categoria/e attualita
“I barconi”, visti con gli occhi (e il cuore) di una diciottenne
Se ne parla tanto, sempre con le stesse parole e ormai non ci facciamo più caso: può il racconto di una ragazza delle superiori risvegliarci dal torpore?
“Ogni due secondi una persona nel mondo è costretta ad abbandonare la propria casa a causa di conflitti e persecuzioni. Immagino in questo breve racconto la storia di due fratelli, due puntini dei 71 milioni di profughi e migranti nel mondo, un fratello e una sorella; mi immedesimo con mio fratello in loro e immagino, in una breve parentesi, il loro viaggio verso la speranza”.
Questa era la traccia sulla quale scrivere un breve racconto per la 10^ Edizione del Concorso “Ascoltami, ti racconto una storia”, dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti. Mariasole Bianca Finis, chiavarese di 18 anni (in foto con la prof.ssa Valeria Ghiorsi del liceo Marconi Delpino, indirizzo Economico-sociale) ha conquistato il primo posto con questo toccante racconto, che - tra le altre cose - ci mostra che non è vero che “i giovani non capiscono, non si interessano”. Forse dovremmo semplicemente dare loro l’occasione di esprimere cosa pensano e cosa provano.
DALLA LIBIA VERSO IL BEL PAESE
Storia di due fratelli
“Prendete questi soldi e partite”…
“Prendete questi soldi, e cercate di salvarvi da conflitti e persecuzioni che da sempre regnano
in questa terra”.
“I nostri sacrifici, avranno avuto la giusta ricompensa solo quando sapremo che sarete arrivati là“.
“Lo abbiamo fatto per voi… niente ha peso, non ci sono calli nelle mani, svaniscono le piaghe di fatica, svaniscono le umiliazioni, le persecuzioni, la fame patita e tutto quello che abbiamo sopportato, se solo riusciremo a darvi una vita diversa... una vita migliore”.
“Dicono che l’Italia, sia un paese pieno di porte aperte, di buone possibilità, è il paese della cultura…della storia, lo descrivono come il Bel Paese, dove noi sogniamo per Voi Figli, una vita libera... lavorerete e con i vostri sacrifici costruirete il vostro futuro e la vostra famiglia”.
Queste frasi, ripetute in quell’ultimo dialogo da mio padre rimbombano ora nella mia testa e pulsano dentro di me come il battito di un cuore, ripetute a noi figli con coraggio, fierezza e dura fermezza.
Senza possibilità di scelta siamo partiti, pagato con quei soldi questo viaggio che ora sembra non finisca mai.
Il vento sferza fortissimo e questa barca ondeggia e si inclina e io ho tanta paura.
Siamo due fratelli, due anni di differenza, io femmina e lui maschio, lui forte e protettivo, sempre ad un passo da me, a correggere il mio passo dove è incerto… protettivo e accudente perché il mio Dio non mi ha concesso la luce, vivo nel buio e il mio mondo è senza colori. Ma cosa sono i colori? Cos’è la luce? Non avendoli mai vissuti non mi mancano, ho rafforzato tutti gli altri aspetti e triplicato le percezioni. I miei occhi sono il tatto, sono gli odori, sono le sensazioni, sono le cose raccontate e descritte e chissà se poi le ho capite come sono veramente.
I miei occhi sono quelli di mio fratello che veglia da sempre il mio cammino e mi riporta sempre sul corridoio giusto.
Ma qui ora… siamo persi… persi su questo vecchio e fatiscente peschereccio, dove siamo rannicchiati… e ammassati con altra gente da giorni, questa carretta che scricchiola e affronta questo mare, inizialmente calmo alla nostra partenza, e tu fratellino mio mi descrivevi le stelle nel buio, come tanti puntini luminosi accesi, come quei lumini sul fiume tranquillo di quando eravamo bambini, questo mare ora tanto mosso e ruggente, questo vento come una lama che spinge l’acqua e mi schiaffeggia brutalmente il viso e mi fa perdere ogni certezza. I vestiti bagnati... acqua e sale negli occhi, e tanto freddo. Non so più se piango per il bruciore del sale o per la paura e il dolore, e lo spavento e la fame che mi attanaglia lo stomaco. E tu fratello mio, in tutto questo mio sgomento sei dietro di me e mi avvolgi con le forti ma ora stanche braccia, riscaldi con il tuo petto la mia schiena da questo freddo gelido in questa notte che non ha mai giorno. Sempre attento, perché vivo e faccio mie le tue percezioni, le tue paure e i tuoi lamenti mi aprono ora la netta visione… di quanto abbiamo intorno e sento intorno a me, ma non posso vedere niente, sento uomini e donne che urlano la loro paura, e i loro bambini che piangono…
Oh Dio Mio, Dio che ci dovevi proteggere... Dio che sei con i poveri, gli umili e gli ultimi…ma dove sei?
Perche ci lasci soli?
Perché ci hai abbandonato?
Nessuna risposta, non un segno, nessun segnale… e il mare non si placa.
E allora cerco la forza in quelle voci, quelle frasi di mio padre… quell’infinito abbraccio, il suo odore e quella carezza che nostra madre mi ha lasciato prima che abbandonassimo la nostra terra. E intanto il vento fischia, urla, fischia forte, tanto forte… e il rumore del mare è spaventoso, non lo vedo, non lo conosco, non posso affrontarlo ma lo sento mostruoso.
E tu Fratello mio, per salvarmi dalla peggiore paura di questa mia perenne oscurità, a cui non so dare voce, all’improvviso mi sussurri piano all’orecchio che non mi lascerai mai e cominci a cantare… con un filo di voce quella ninna nanna antica… che ci piaceva tanto, quella canzone bella che mi faceva addormentare da piccola, sognando cose belle, e tu mi dicevi… “prima di addormentarti pensa sempre ad una cosa bella e i mostri non verranno a prenderti“ e anche ora… mi abbracci e mi proteggi e mi sussurri “dormi, dormi e sogna, sogna quel bel posto, sogna quei profumi, immagina quei colori, immagina quella gente che ha un buon cuore e ci aiuterà. Non aver paura sorella mia, questo è solo un passaggio e io sono con te, ti terrò per mano fino alla fine“.
Sogna e tienimi forte la mano…Perché ho capito che il nostro Dio non ci salverà dalla morte… Il nostro Dio ci salverà nella morte.
…Sulla sabbia bianca lungo una spiaggia di Cutro in Calabria hanno trovato anche due ragazzi vicini vicini…sembrano addormentati… e si tengono ancora per mano.
I commenti dei lettori
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