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01 Maggio 2009 | in categoria/e attualita edizione cartacea il tappiro

Franco nella valle del biliardo che non c'è

Franco Deriu col Tappiro d'ardesia

A CHI VORRESTI CONSEGNARE IL TAPPIRO D’ARDESIA? SEGNALACELO! Tel 0185.938009 -redazione@corfole.com

<brAnno 2150, universo parallelo
Il campionato interstellare di biliardo riconosciuto dalla FIGB (Federazione Intergalattica Gioco Biliardo) si tiene nella patria del biliardo in una piccola zona del pianeta Terra chiamata Italia. Il settore, secondo la nuova mappatura planetaria e’ nominato con l’antico toponimo di Fontanabuona, una piccola valle che sembra sara’ presto collegata alla costa grazie ad un tunnel. O almeno questo e’ il cavallo di battaglia dei vari pretendenti alla galattica poltrona di Reggente della Regiozona in contrapposizione a quelli del Parlamento Federaltrek.
L’esportazione di lastre di ardesia per biliardi era iniziata oltre duecento anni prima e, con grande lungimiranza e grazie alle continue riunioni e allo spirito collaborativo dell'intero settore guidato da un'imprenditrice del medesimo, si decise di far diventare la zona “la patria del biliardo”, non solo per la produzione ma soprattutto per il gioco professionista dove ancora oggi tutti campioni dell'Universo si battono per il titolo iridato.
Questa idea tanto semplice quanto geniale suggerita a gran voce da un loro consulente comune, riusci’a mettere d’accordo le famiglie degli ardesiaci che fino ad allora, come in un antico romanzo di cappa e spada, si facevano la guerra l’un l’altro, con l’unico risultato di togliersi il lavoro a vicenda.
Nell’idea della “patria del biliardo” videro cosi’ l’occasione per moltiplicare i propri guadagni e tornare agli antichi splendori e la crisi trovo’ spiragli di speranza che andarono via via sempre piu’ concretizzandosi: oggi non si contano le aziende del settore, da quelle piu’antiche che producono stecche, palline, birilli, a quelle di ultima generazione che realizzano i piu’ sofisticati strumenti come plasmacontatori, virtualarbitri e via di seguito senza dimenticare le aziende artigiane che ancora oggi lavorano, con estrema maestria, il beta-legno struttura portante del biliardo.
- dalle cronache del "Corriere della Fontanabuona e dell'Universo" di Gizyanderky Rozxxzco - <brAnno 2009, universo contemporaneo
La Val Fontanabuona è la valle di nascita delle lastre di ardesia da biliardo e per questo ascoltando l’appello di Franco Deriu, appassionato giocatore di biliardo, specialità boccette, che si è rivolto alla nostra redazione per sensibilizzare opinione pubblica, giovani e possibilmente qualche imprenditore lungimirante, abbiamo deciso di consegnare a lui il Tappiro d'ardesia. Franco è arrivato carico di energia ma anche attappirato perchè se pensiamo ad un territorio del genere che non ha saputo investire su uno sport che in un paese grande come l'America è nei primi tre posti dopo football e baseball c'è da mettersi le mani nei capelli.
Ma torniamo a lui e al suo gruppo Arci PonteCarrega che milita in serie B e si ritrova a doversi allenare con un solo tavolo da biliardo presso il circolo ANSPI di Monleone quando l'esigenza è di averne almeno un altro.
"Per iniziare anche uno usato andrebbe bene - suggerisce timidamente Franco - l'importante è non dover far attendere i giocatori per ore, perchè questo mina la pazienza di chi vuole giocare e soprattutto non si possono fare tornei, tenendo in considerazione che una partita può durare ore. Abbiamo anche gli sponsor come Anelli Sandro e Mario Mulas (ex giocatori di stecca, appassionati anche loro del tavolo verde) che sono amici e ci tengono in vita e non chiediamo quindi soldi ma solo la possibilità di poter giocare e rilanciare questo sport. Anche gli spazi potrebbero esserci! A fianco del circolo c'erano gli spogliatoi distaccati della squadra di calcio ma il Comune di Cicagna adesso ne ha costruito dei nuovi per migliorare gli spazi dei calciatori. Essendosi liberato il locale si potrebbe chiedere l'uso alla proprietà perchè ci sarebbero tanti giovani da tirare su - prosegue - e noi siamo disponibili ad allenarli gratuitamente e anche a trasportarli per le trasferte. L'ambizione - ci confida - è fare un campionato della Fontanabuona senza dover andare fuori o comunque limitando le trasferte" perchè la lontananza dai campi porta inevitabilmente all'abbandono del gioco e anche chi si potrebbe appassionare è costretto a rinunciarvi fin dalla partenza.
Per chi pensasse che fosse un semplice svago da bar e smentito dal tono e dall'orgoglio delle sue parole: "L'importante è sicuramente il divertimento ma una cosa molto significativa è che ogni giocatore deve tenere un comportamento corretto ispirato ai principi di lealtà sportiva nei confronti dell'avversario.
Questo sport - termina Franco - non necessità di particolari abilità fisiche se non sangue freddo, mira, riflessi, capacità di concentrazione, tattica e tanto allenamento. E' insomma adatto a tutte le età e prevede il solo rispetto di una divisa (con l'obbligatorietà di scarpe e calzoni neri) e finisce sempre in un pranzo conviviale dove l'amicizia diventa un collante che dura tutta la vita”.
Franco, che tra i trofei vanta anche un primo posto su trecento nel Torneo di Arma di Taggia, si allena in Fontanabuona con Emilio Pittau, grande campione nazionale e organizzatore del torneo di Monleone, ed è a disposizione ai numeri: 0185.934574 e 346.2255092.
Chissà infine che qualche cuore d'ardesia non si trasformi in un cuore d'oro, magari grazie anche a questa segnalazione, vista come sfida e rilancio di uno sport che in questa valle ha persino dato il natale al biliardo protagonista del film di Martin Scorsese, "Il colore dei soldi", con Paul Newman e Tom Cruise.
Nel caso qualche imprenditore orgoglioso dell'iniziativa si facesse avanti noi del Corriere saremo lì a dare ampio spazio e a ricordarlo per le generazioni future, perchè un universo diverso è sempre possibile, basta volerlo.<brGiansandro Rosasco

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