edizione cartacea

10 Giugno 2024 | in categoria/e edizione cartacea

A Boasi hanno fatto la chiesa di Lego: don Rosasco e Anna tornano al paese "per sempre"

Protagonisti di una delle più particolari storie locali (e di un mistero irrisolto)

Sarà esposta domenica 16 giugno nella piazza del paese, in caso di pioggia domenica 23

Nel numero di novembre vi abbiamo raccontato l’incredibile storia del giovane don Luigi Rosasco, che a Boasi curava non solo le anime ma anche il corpo dei parrocchiani grazie a una secolare tradizione di uso delle erbe che rese famosa questa piccolissima frazione fin dal Medioevo. Lui e la sua perpetua Anna, da tutti chiamata “Signo’”, erano amatissimi dagli abitanti del luogo, tanto che non solo il paese ma tutto il circondiario si mobilitò per impedire il lor trasferimento a Chiavari. Ma la ribellione, durata giorni, fu vana e dovettero accettare lo strazio dell’addio. Il territorio si sentì scippato di quello che ritenevano “un vero dono” che li aveva curati da pene e malanni. E fu così che i chiavaresi beneficiarono non solo della cura delle loro anime ma anche della tradizione curativa tramandata a Boasi grazie a un prezioso libro, custodito a Chiavari da Anna dopo la morte di don Rosasco e poi misteriosamente sparito. Proprio per il suo prezioso operato, gli è stata dedicata una via cittadina.
Tuttavia, ancora oggi nel piccolo borgo fontanino  non si rassegnano a quell’addio forzato e resta fortissimo quel legame, tanto che, a 55 anni esatti dalla loro partenza, nella ricostruzione della chiesa il giovane prete e la signo’ sono tornati insieme a salutare il paese dalla cima del campanile. Questa volta per sempre.


Riprodotta con 5.265 mattoncini da un gruppo di volontari, la chiesa di Boasi è la prima della Val Fontanabuona a essere ricostruita in scala reale nei minimi dettagli.  
Alta oltre un metro (Altezza 116 cm x Larghezza 46 cm x Profondità 42 cm), vede riprodotti tutti gli elementi caratteristici: l'affresco dell'incredulità di San Tommaso presente sulla facciata; le tre campane minori realizzate nel 1863 a Recco dalla fonderia Francesco Picasso e istallate su un impianto Williams-Trebino di Uscio; la campana maggiore realizzata nel 1899 dalla Fonderia Luigi Boero fu Benedetto e inaugurata il 28 agosto 1899 come tributo alla fine del XIX Secolo dopo oltre quattro mesi di lavori da parte degli abitanti che nel contempo alzarono di cinque metri il campanile, nonché la lapide ai caduti della Prima e della Seconda Guerra Mondiale.
Inoltre sono state riprodotte le tegole di ardesia, le finestre laterali, le grondaie e persino i tubi di scolo dell'acqua piovana, fino alla luce dell’illuminazione pubblica presente sulla facciata. Una minuziosa miniatura che racchiude una grande storia.