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01 Febbraio 2009 | in categoria/e attualita edizione cartacea

Pietre sorprendenti: quando il più umile dei materiali diventa un tesoro da collezione

Sapendo di dover fare un'intervista a dei collezionisti di pietre un po' scettica prendo blocchetto e penna partendo alla volta di Lumarzo. "Che ci troveranno tanto di interessante?" è stata la domanda che mi ha accompagnata per tutto il tragitto. In fondo nessuno si aspetterebbe nulla di diverso dal vedere un materiale freddo e grigio. Arrivata a destinazione, ad accogliermi il signor Andrea Schenone che mi fa strada nella sua abitazione per condurmi alla collezione. In effetti mi ero chiesta dove e come le tenesse. La domanda trovò risposta in una cantina trasformata in un vero e proprio museo sotto casa.
Varcata la porta non potevo credere a ciò che stavo vedendo. Io che ero venuta con tanto cinismo, ero lì impalata a guardare delle pietre davvero strabilianti: una riportava una sequenza di elefanti uno dietro l'altro, un'altra aveva il ritratto perfetto di un indiano, poi un incredibile castello, una catena montuosa, un fantasma, un pappagallo, un dinosauro! Forme tanto naturali, perché non modificate dalla mano umana, quanto surreali. Ce n'erano tantissime, adagiate su un piano di legno e in alcune nicchie scavate nel muro. Tutte minuziosamente illuminate da faretti e tutte da lasciare senza fiato. Ma da dove inizia questa collezione? Andrea e la moglie Mirella mi raccontano che in principio erano ricercatori di minerali. Le domeniche insieme ai figli partivano per lunghe passeggiate dove poi hanno trovato per caso alcune pietre dalle forme davvero particolari.
Facile stupirsi di quanto la natura potesse essere sorprendente, ma ancora di più scoprire che di queste meraviglie ce n'erano di tutti i tipi e in tutto il mondo racchiuse in una filosofia: Suiseki, ovvero Sui = acqua e Seki = pietra. La pietra e l'acqua che la leviga con la sua azione millenaria, da cui nascono queste opere d'arte naturale. Il Suiseki nasce in Cina dove la pietra rappresenta lo Yang (il maschile, il duro, l'inflessibile, il penetrante) e in contrapposizione l'acqua Yin (il femminile, l morbido, il flessibile, il ricettivo), creando un'unione perfetta. Arriva successivamente in Giappone, quando la Corte imperiale cinese fa dono di alcuni Suiseki dalle forme fantasiose che vengono considerate preziose come un dono divino. Quando Mirella e Andrea ne sono venuti a conoscenza, hanno intrapreso i loro viaggi visitando molte località in tutto il mondo, portando con sé le loro scoperte. Così hanno iniziato a partecipare a varie mostre, vincendone molte. La loro collezione è per lo più di provenienza Ligure, un vanto per la nostra regione, soprattutto se pensiamo che per vederle ci sono persone che sono venute fino a Lumarzo dagli Stati Uniti, dalla Cina, dal Giappone e da mezza Europa. Incredula, continuo la mia ricerca tra varie forme che riportano a un elemento riconoscibile. Il mio sguardo si concentra in fondo alla stanza dove vedo un piano rialzato rispetto al pavimento che ospita una pietra, una pergamena appesa e una piantina. Avevo già mille domande, e la prima fu proprio rivolta a quella strana combinazione di oggetti. Mi raccontano che quella curiosa esposizione si chiama Tokonoma (letteralmente il luogo della bellezza), un posto d’onore che troviamo nelle case giapponesi. Sullo sfondo una scritta simbolica in una pergamena che cerca di raccogliere le sensazioni e il messaggio che l'autore ha voluto imprimere alla composizione. Saliti in casa mi soffermo a bocca aperta un'ennesima volta, altre mille pietre disposte ovunque. Forme che si distinguono subito e altre a cui ogni persona da' un significato differente. A una ho associato la figura di Papa Wojtyla appoggiato al suo bastone. Riconoscerle non è semplice, ma non sfuggono agli occhi di due intenditori che coltivano questa passione da tanti anni. Sculture create dalla natura, prive di impronta umana che rappresentano il nostro mondo. Non è certo ciò alla quale pensiamo quando si parla di una pietra. Forse ora potremmo avere un'ottica differente e cogliere un sasso scoprendo poi che ha le sembianze di una catena montuosa, piuttosto che di un animale e trovandoci a non volercene più separare come il più prezioso dei tesori. Custodi di un disegno divino intagliato e scolpito dalla natura. Cosi Andrea e Mirella custodiscono i loro gioielli. Forse sarà il caso di fare attenzione alla pietra sulla quale inciampiamo?

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