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05 Maggio 2025 | in categoria/e edizione cartacea

#FISCO- Divorziare per finta per frodare il Fisco? E' un reato

La Corte di cassazione, con la sentenza n. 8259 del 28 febbraio 2025, integra il reato di sottrazione fraudolenta per il contribuente che, al fine di sottrarsi al pagamento delle imposte, promuove un procedimento di “finta separazione”.
Oggetto della pronuncia è la sentenza che aveva condannato una coppia di coniugi poiché, al fine di evitare il pagamento di imposte sui redditi e sul valore aggiunto e di interessi e sanzioni amministrative per un ammontare superiore a 50mila euro, avevano compiuto atti simulati idonei, tra l’altro, a rendere in tutto o in parte inefficace la procedura di riscossione coattiva. Nello specifico, gli imputati avevano promosso un procedimento di separazione (poi proseguito con divorzio) continuando in realtà a convivere e prevedendo, tra le condizioni della separazione, l’impegno del marito a trasferire alla moglie il 100% di un immobile, a titolo di contributo al mantenimento. Inoltre, avevano intestato un’autovettura di proprietà dell’imputato alla madre dell’imputata. Il marito, infine, aveva corrisposto una somma in contanti per l’acquisto di un’auto a nome della moglie.

Perché si configura la natura fraudolenta?
La Corte suprema aveva messo in evidenza gli elementi indicativi della persistenza di una comunione di vita e di interessi tra i coniugi, evidentemente incompatibile con l’intervenuto accordo di separazione. In particolare, era emerso che: il ricorso per la separazione tra gli imputati era stato iscritto a ruolo dopo poco più di un mese dalla notifica di un avviso di accertamento da parte dell’Amministrazione finanziaria al marito; il marito aveva svolto la funzione di referente per le trattative nell’ambito dell’acquisto dell’abitazione da parte della moglie dalle pagine social (in particolare, da Facebook) della coppia, emergevano viaggi insieme successivi allo scioglimento del vincolo matrimoniale e il costante mantenimento di comuni relazioni amicali e familiari.
In questo senso, gli atti dispositivi compiuti dall’obbligato, hanno natura fraudolenta allorquando siano connotati da elementi di artificio, inganno o menzogna tali da rappresentare ai terzi una riduzione del patrimonio non corrispondente al vero, così mettendo a repentaglio o, comunque, rendendo più difficoltosa, la procedura di riscossione coattiva. Quanto alla natura fraudolenta dell’atto di separazione giudiziale, la Cassazione specifica che il delitto di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte è reato di pericolo eventualmente permanente, la cui consumazione si protrae per tutto il tempo in cui vengono posti in essere atti idonei a mettere a rischio l’adempimento dell’obbligazione tributaria: quindi, correttamente sono state valorizzati anche fatti temporalmente successivi rispetto al momento della separazione.

A cura del dott. Mandolfino Francesco
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