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edizione cartacea
di GIansandro Rosasco | 04 Marzo 2019 | in categoria/e edizione cartacea
La triste vicenda del montone ucciso con la balestra: un misfatto che si poteva evitare
Gli animali erano stati segnalati più volte perché vagavano incustoditi per strada, ma nessuno è intervenuto
Ha suscitato scalpore e agitato gli animi del piccolo paese di Moconesi Alto, in Val Fontanabuona, la vicenda del montone ucciso da due indigeni armati di balestra. La piccola storia di cronaca locale, dai risvolti comunque riprovevoli, poteva concludersi così: due presunti malfattori, colti in flagrante, in attesa di giudizio. Purtroppo la vicenda ha anche altri contorni. Quel che è certo è che questi animali vagassero incustoditi da tempo in giro per le strade, con pericolo per le automobili in transito, e che avessero anche “caricato” delle persone mandandone qualcuna in ospedale, di fatto impedendo così a molti di passeggiare liberamente.
Nella giungla delle responsabilità
Proprio per questi problemi era stato interpellato il Comune e persino il comando dei Carabinieri sottoscrivendo un modulo SIT (Sommarie Informazioni Territoriali, in pratica delle dichiarazioni che i testimoni rilasciano) ma nessuno, sempre secondo testimonianze, ha realmente approfondito o dato risposte concrete, seppure il problema sia stato segnalato più volte. Al gioco dello scaricabarile si finisce anche sui social dove, nel gruppo facebook “Mugugni della Fontanabuona e regali”, ognuno dice la sua. Chi afferma che sarebbe stato necessario chiamare le guardie zoofile, chi l’Asl: nessuno ha riferimenti precisi. E allora ci abbiamo provato noi. La nostra piccola indagine ci ha portati da un ente all’altro. Siamo infine giunti al coordinatore regionale delle guardie Eco Zoofile della Regione Liguria, Virginio Repetto, che ha espressamente confermato che il loro nucleo difende gli animali “per la difesa degli umani occorre rivolgersi alla Pubblica Sicurezza chiamando il Comune o i Carabinieri. E comunque gli animali, se di proprietà, dovrebbero avere anche dei marchi e delle autorizzazioni ASL; se sprovvisti potrebbero esserci ulteriori sanzioni”. Lo stesso ci è stato confermato dagli uffici ASL i quali con ancor più precisione rimandano all’art. 672 del Codice Penale riguardante “l’omessa custodia e mal governo degli animali” che è stato depenalizzato ma comporta comunque una sanzione amministrativa. Fatto sta che questa storia ha lasciato solo tristezza nel paese: un montone morto, una pecora ferita, qualche passante in ospedale, due persone incensurate che rischiano un processo penale e un giovane allevatore preso dallo sconforto con l’ancora più amara constatazione che se le autorità competenti fossero intervenute in tempo probabilmente non si sarebbe giunti a questo triste epilogo.
I commenti dei lettori
:
Caro Corfole, volevo segnalare che le pecore uccise erano due, una morta subito,una dopo due giorni di agonia,per la perforazione del rumine.Inoltre,da un po' non giravano più libere ma erano chiuse nel recinto privato,ove sono state UCCISE vergognosamente.In base a ciò, ritengo il motivo dell'uccisione differente.Il vostro articolo pare quasi giustificare l'atto commesso,che a parer mio non ha scusanti.
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