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    attualità

    di Simone Parma | 09 Giugno 2018 | in categoria/e attualita edizione cartacea storia locale

    #VADOACENTOALL'ORA: Teresa: “Il segreto per arrivare a cent'anni? Avere buona volontà!”

    Teresa con la nipote Patrizia
    #VADOACENTOALL'ORA: Teresa: “Il segreto per arrivare a cent'anni? Avere buona volontà!”

    Nel suo negozio il primo telefono del paese, quando ancora c’erano i “frascà”

    Quando si percorre la provinciale che da Genova porta a Ferriere di Bargali non si può fare a meno di notare i tanti bivi che deviano verso l’interno. Ognuno di essi conduce ad un paese e tra questi Traso è storicamente uno dei più popolosi e ricchi di storia. Tra le sue trecento anime, arroccate tra la valle e i monti, c’è anche Maria Teresa Carbone, da poco entrata nell’esclusivo club dei centenari. L’abbiamo intervistata per capire com’è “andare a cento all’ora”!

    Tra bambole e piatti da lavare
    Nata il 12 Maggio 1918 a Traso, Maria Teresa Carbone è l’ultima di otto fratelli. Una famiglia numerosa, che per quell’epoca era la normalità. Normale era anche morire per una banale polmonite e così Teresa e i suo fratelli si ritrovarono soli senza il papà. Darsi da fare fu obbligatorio e i ruoli in famiglia cambiarono in fretta: «Mio fratello maggiore diventò come un padre per me. Aiutavo mamma come potevo anche se avevo solo quattro anni: lavavo i piatti, ma siccome ancora non ero abbastanza alta dovevo usare uno sgabello di legno che però si ribaltava sempre…quante cadute!».
    Anche se i tempi erano duri quella di Teresa fu un’infanzia felice: «Avevo tante di quelle bambole! Tutti me ne regalavano una perché ero la più piccola, ma mi piaceva anche uscire e girare per le vie di Traso con gli altri ragazzi della mia età. Ne combinavamo di quelle…! Come quella volta, quando già eravamo più grandi, che le mie amiche dissero alle loro famiglie che eravamo rientrate tardi da una festa perché io avevo preso una storta. Peccato che si dimenticarono di dirlo a me! Ma le voci correvano in fretta, così il giorno dopo uscii in strada facendo finta di zoppicare ed evitai alle mie amiche una sonora ramanzina!».

    Il pellegrinaggio scalza per il marito in guerra
    Gli anni passano e Teresa conosce Mario, in occasione della festività della Madonna del Carmine. Galeotto fu il “frascà”, una sorta di bar che gli abitanti di Traso avevano l’abitudine di allestire nelle occasioni speciali e dove si vendevano bibite fresche e vino. Insomma, ragazzi spensierati come tanti, ma la guerra si intromise tra loro. Prima la chiamata in Albania, poi il campo di concentramento e quell’insperato ritorno a casa. Talmente inaspettato e desiderato che Teresa decise di celebrarlo a modo suo: «Fu così straziante aspettarlo che appena tornò decisi di fare un pellegrinaggio scalza, da casa fino al Santuario della Madonna della Guardia. Ricordo ancora quanti ricci e quante spine presi, ma non fu faticoso perché Mario era riuscito a tornare e questo era l’importante».

    Una rara foto dei “frascà” 


    Suo il primo telefono di Traso
    Nel 1947 i due si sposano e Teresa apre il suo negozio di frutta e verdura nella via principale del paese: «A quell’epoca a Traso c’erano più di mille persone! Si trovavano la posta, la farmacia, i calzolai, le latterie e anche il mio ortofrutta: ogni giorno lucidavo la merce e la mettevo in vetrina. Sembrava proprio di essere in una piccola città, c’era persino la Guardia di Finanza che controllava! Quando arrivò il telefono io fui la prima ad averne uno e tutte le chiamate per gli abitanti del paese arrivavano a me. Mio figlio correva per avvisarli e farli venire in negozio per prendere la chiamata o richiamare. Eh sì, erano proprio altri tempi!».
    Il lavoro poi porta Teresa a Genova dove diventa riparatrice di tappeti persiani nel negozio della sorella in Piazza Colombo. Resta nel capoluogo fino al 1980: «Tornavamo spesso al paese  con i pullman, perché i mezzi a disposizione erano davvero pochi», ma il richiamo della tranquillità è troppo forte e così Teresa e Mario tornano a Traso, dove oggi festeggia felice i suoi 100 anni. Il segreto? «La mia vita è stata un romanzo! Ripensare a tutte le cose che sono successe è un’impresa! Eppure per arrivare a cento anni non ci sono molti segreti, è sufficiente la buona volontà». E, aggiungiamo noi, una buona dose di quello spirito battagliero e solare che Teresa incarna alla perfezione.



    Tratto da CORFOLE! del 6/2018, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata


     


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