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    ecologia, edizione cartacea, storia locale

    di Simone Parma | 09 Dicembre 2016 | in categoria/e ecologia edizione cartacea storia locale

    TIGULLIO GLACIALE: quando sui monti c'erano i ghiacciai e al posto del mare un lago salato

    TIGULLIO GLACIALE: quando sui monti c'erano i ghiacciai e al posto del mare un lago salato

    L’arch. Ennio Di Prinzio ci racconta com’era questo territorio milioni di anni fa

    Tutti abbiamo studiato l’era glaciale, lo spostamento delle zolle tettoniche, la creazione dei continenti, delle montagne, dei laghi, etc etc. Movimenti che hanno richiesto milioni di anni di “lavoro” del nostro pianeta, che è vivo e continua a muoversi. Ma difficilmente qualcuno ci ha mostrato com’era il Tigullio “prima di noi”: sì perché per diventare come lo vediamo oggi ci sono voluti milioni di anni.

    Oggi possiamo farcene un’idea grazie alla curiosità e allo spirito di osservazione di Ennio Di Prinzio, architetto che oggi vive a Lanciano (Abruzzo), ma molto legato al nostro territorio perché nato e cresciuto a Chiavari: «Ho sempre guardato questa immagine tratta da Google Earth e mi sono chiesto cosa fossero quei canyon sottomarini, uno dei quali inizia proprio davanti alla foce del fiume Entella».
    Così, unendo la sua passione per l'osservazione del paesaggio ha stupito tutti con il suo studio geologico fatto in casa. «Leggendo qua e là mi sono documentato ed ho scoperto delle cose interessanti che riguardano la zona di Chiavari, che a quel tempo ovviamente non esisteva ancora».

    Era tutto molto diverso
    Sono davvero tante le sorprese che ci riserva questo studio: «Nell’immagine ho indicato in basso la linea di costa di un lago salato (in blu) posto ad una quota di 2000 metri sotto l'attuale livello marino dove si gettava il nostro fiume Entella dopo un corso di ulteriori 100 chilometri e dopo aver accolto come affluenti il Bisagno ed il Polcevera. Questo accadeva 6 milioni di anni fa,quando per la chiusura dello stretto di Gibilterra il Mediterraneo si era prosciugato e rimanevano laghi salati nel suo fondo. Poi 5 milioni di anni fa l'acqua è tornata sommergendo quelle antiche valli».
     
    L’Entella era lungo più di 100 km e a Portofino non c’era il mare!
    Difficile immaginare l'Entella più lungo di cento chilometri e il monte di Portofino non avvolto dalle sue acque cristalline, ma nel tempo le cose cambiarono ancora: «Nelle stesse immagini si nota una zona pianeggiante sottomarina che borda la costa ligure che si sovrappone alla parte iniziale di quelle valli sommerse (linea azzurra). Qui facciamo un salto all'era glaciale ultima (20.000 anni fa) quando il livello del mare era più basso di 120 metri e la linea di costa,segnata nella figura 2 (e successive più ingrandite) distava 10 km dalla costa di oggi (120 metri più in basso). Ai tempi la valle del fiume Entella era più incassata di oggi di circa 20-30 metri al di sotto della piana di Caperana e i fianchi rocciosi che proseguono sottoterra sono stati ricoperti solo dopo la fine dell'era glaciale».
    Per farla breve la piana dell'Entella su cui Chiavari, Lavagna e San Salvatore sono placidamente distese, non esisteva: «al suo posto avremmo potuto osservare una valle a lieve pendenza, distante dal mare circa 10 chilometri. Il fiume doveva essere ricco di acque anche in estate visto che sul monte Aiona c'erano nevai e ghiacciai sui versanti a nord come oggi sulle Alpi a 3000 metri. Poi tra 8000 e 6000 anni fa per il riscaldamento e la fine dell'era glaciale il mare è tornato ai livelli attuali e le alluvioni del fiume Entella hanno creato col tempo la pianura attuale».
    Un incredibile viaggio nel tempo e nello spazio, in luoghi così diversi da come li conosciamo, che oggi possiamo apprezzare grazie all'occhio allenato di un abruzzese, fantasticando di un mondo che non c'è più, o meglio che è sotto i nostri piedi, solo un po’ diversa e in continua evoluzione.


     


    I commenti dei lettori
    Ennio Di Prinzio:

    solo una precisazione grafica:i ghiacciai del quaternario erano confinati sui monti più alti(Maggiorasca,Penna Aiona) e non arrivavano certo al mare(come sembrano indicare le frecce dell'immagine allegata) ma si limitavano a scendere fin verso i mille metri nei versanti a nord.
    Arch. Ennio Di Prinzio


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