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attualità
01 Novembre 2010 | in categoria/e attualita
Offizieu, una tradizione che va ormai scomparendo
Festività di Ognissanti e commemorazione dei Morti, tradizioni che vanno e che vengono. Se oggi prevalgono i festeggiamenti alla Halloween con tanto di zucche e pipistrelli importati dall’America, un tempo, e molti lo ricordano ancora, si accendevano gli “offizieu”, chiamati anche “‘mocchetti” o “mucchetti” (cioè piccoli moccoli), lumini in cera che per molto tempo in terra di Liguria ebbero grande popolarità nella settimana dei morti. Lunghi cerini bianchi, trafilati con grande precisione, e poi avvolti su forme di legno, per formare scarpette, libretti, cestini, borsine e altro ancora, nascevano dalla mani di abili artigiani, ingentiliti da piccoli fili d’argento: “Erano tutti pezzi unici, fabbricati nelle cererie del Tigullio” ricorda Laura Mercati nel dvd “Nostalgia”, un piccolo gioiello sulla tradizione realizzato alcuni anni fa in collaborazione con Fidapa, il 1° Circolo didattico chiavarese, la Consulta Femminile del Tigullio e l’associazione culturale O Castello. Venivano fabbricati in Val Fontanabuona, dove sembrano siano nati, in un convento di monache a Varese Ligure e nella Cereria Bancalari di Chiavari. “Davanti alle botteghe, erano delizio e sospiro di tutti i bambini. Usate per commemorare i defunti, venivano fatti ardere nel corso delle orazioni serali e dell’immancabile, obbligatoria, recita del S.Rosario con la famiglia riunita davanti alle immagini dei propri cari defunti. Oppure in Chiesa, durante le funzioni religiose del primo e due novembre, memorabili, dicono i più anziani, le sgridate per la cela colata sui pavimenti”. Un Natale anticipato per molti bambini del territorio. E un’usanza seria, perché, come dicevano i morti, “bisogna accendere i cerini per dare luce ai morti”. La tradizione degli offizieu nel Tigullio ma anche in molte parti della Liguria si è cominciata a spegnere dagli anni 70 in poi: tra le motivazioni, il troppo lavoro che comportava il rimuovere la cera dei pavimenti, la scarsa affluenza dei bambini nelle feste dei santi e morti e la conseguente scarsa richiesta nella produzione. Oggi, purtroppo, gli offizieu rimangono solo una tradizione da raccontare e tramandare ai bambini: anche i depositari della tecnica di realizzazione si contano sulle punta delle dita. Un peccato.
Claudia Sanguineti
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I commenti dei lettori
carlo queirolo orero:
mia zia carla, li acquistava da bancalari a chiavari e una buona parte glieli bruciavamo con mio fratello e mia sorella, che bei ricordi..ne conservo ancora uno
carlo queirolo orero:
mia zia carla, li acquistava da bancalari a chiavari e una buona parte glieli bruciavamo con mio fratello e mia sorella, che bei ricordi..ne conservo ancora uno
marialuisa:
Semplicemente stupendi, a Lumarzo noi bambini si andava in chiesa e si tenevano accesi durante la funzione religiosa del Vespro...
Ne vorrei tanto avere uno, sapete se esistono da qualche parte?????
Il mio preferito era la casetta.
Grazieeee per avermi concesso questa botta di dolce malinconia.
Anna Bianca Gardella:
Quanti bei ricordi!!!Mia zia me lo comperava sempre e la sera dei morti,tagliavamo a pezzetttini,l'offizieu e mettevamo le candeline in fila su un bastone le accendevamo e le lasciavamo spegnersi lentamente.Quanti anni erano che non ne vedevo più ! Ma ci ho sempre pensato con tanta nostalgia........Grazie di avermelo ricordato...
anonimo:
gli “offizieu”! Un bel ricordo della mia infanzia, peccato che non si trovino più, e peccato che quest'articolo non si può condividere su facebook.
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di Giansandro Rosasco
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