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attualità
01 Maggio 2010 | in categoria/e attualita
"Non sono mai a casa perchè ho realizzato un sogno...girare il mondo!"
Abbiamo letto il suo profilo su Facebook e ci siamo incuriositi: Giovanni, a 21 anni al comando delle superpetroliere
Dedicato a tutti i sondaggisti, opinionisti e blablatori vari che riempiono tv e giornali parlando inutilmente della gioventù d’oggi, spacciandola per spacciata, priva di obbiettivi, incapace di responsabilità, chiusa nel suo mondo. A loro è dedicata la storia di Giovanni Polese, ventunenne di Gattorna, con esperienze internazionali alle spalle e progetti precisi sul futuro. Una maturità che parte certo da una indole propria ma che poi è cresciuta sul campo, anzi.... in mare. Infatti Giovanni è un Ufficiale di Navigazione e gira il mondo al comando di superpetroliere. Ma facciamo un piccolo passo indietro.
Nel luglio 2007 ha terminato gli studi all’Istituto Tecnico Nautico Statale di Genova e al termine delle vacanze già il primo colloquio in Scozia - ovviamente in inglese - ritrovandosi così a 18 anni con un ottimo lavoro. Giovanni era tra i migliori del suo corso, ma tiene a sottolineare che tutti trovano subito lavoro perché c’è molta richiesta sia nel comparto meccanico con i macchinisti che possono aspirare a diventare Direttori di macchina, sia nel comparto delle costruzioni con l’indirizzo di ingegneria navale, sia nel comando che è quello che ha seguito Giovanni. Dal colloquio è passato subito alla nave e così a 18 anni il primo viaggio come Allievo ufficiale, direzione Giappone. Da allora tre mesi a casa e tre in viaggio: Australia, Hawaii, Cina, Singapore, Sudafrica, Francia, Grecia, Emirati Arabi e tanti altri Paesi.
Ma cosa ti sembra tornare a in Liguria e a Gattorna dopo questi viaggi?
All’inizio c’è soprattutto la felicità di tornare a casa e rivedere la famiglia e gli amici. Ora devo dire che noto le differenze, i nostri pregi e difetti rispetto le altre culture.
A proposito, come va il confronto?
Benissimo, mi si è aperta molto la mente, perché a bordo siamo di tutte le nazionalità e si impara a conoscere culture diverse, a rispettarsi a vicenda. Anche perché la nave va comandata in gruppo.
Cosa ci differenzia dalle altre culture?
Facciamo un po ‘ di testa nostra, se ci sono delle regole e noi pensiamo di poter fare meglio o prima le cambiamo! Gli indiani ad esempio sono molto ligi e rispettano tutto alla lettera. Però siamo anche più aperti, gioiosi e forse un po’ casinisti.
Qualche aneddoto di ‘italianità’?
Beh, mi è capitato un Comandante ligure che si era fatto la serra a bordo per avere il basilico per fare il pesto...
Come è maturata questa scelta di lavoro che poi è una scelta di vita?
Il mio obiettivo è sempre stato viaggiare e quindi sono partito da questo. A dire il vero miravo al cielo, aspiravo a diventare pilota di aerei, ma poi essendo ligure e figlio di un comandante di superpetroliere ho voluto portare avanti le tradizioni.
Potevi imbarcarti su una nave da crociera, perché le superpetroliere?
A parte la tradizione di famiglia, ho scelto le superpetroliere perché si impara di più e si hanno più responsabilità, dall’antincendio ai sistemi di salvataggio, dalla strumentazione elettronica alla gestione di materiali pericolosi con rischi di esplosione. Certo, sulle navi da crociera c’è svago, si fa scalo ogni 2-3 giorni. Invece sulle petroliere sono stato anche 5 mesi senza mettere piedi a terra. ..
E non ti manca mai la terra?
Ci si abitua. Quello che manca sono gli amici veri perché stando a bordo per mesi e mesi si fa amicizia con tutti ma sono legami forzati. Non te li sei scelti tu. Per fortuna si creano anche amizizie belle e ora ho amici in tutto il mondo, polacchi, svedesi, croati, scozzesi, etc.
Dover fare amicizia ogni volta con persone diverse, ubbidire agli ordini, confrontarsi con situazioni pericolose... come è cambiato il tuo carattere?
Proprio per via di tutte queste situazioni, a bordo il carattere si modella molto. Da ‘ragazzino’ ero orgoglioso e permaloso e me la prendevo per niente, ora so affrontare le persone e le cose antipatiche anche col sorriso e senza prendermela.
Con i compagni di corso vi tenete in contatto?
Sì, soprattutto grazie alla rete. So che Federico è in Crociera su una Costa, Cesare altrettanto su una Carnival, altri due amici sono su porta container e via dicendo. Ci scambiamo anche aneddoti e consigli.
In cosa consiste la tua mansione?
Ovviamente su ogni nave c’è un Comandante ma che non può certo comandare per 24 ore al giorno, così ci siamo noi Ufficiali di Navigazione che per otto ore ciascuno comandiamo la nave in tutto e per tutto. Se poi ci sono situazioni pericolose o gravi si chiama il Comandante. Nonostante la strumentazione di oggi i rischi rimangono infatti elevati e l’intervento dell’uomo è fondamentale: a Singapore ho visto una petroliera in fiamme per un probabile errore di rotta.
Mai avuto paura in mare?
Beh, le nostre navi sono dei veri giganti (333 metri di lunghezza per 60 di larghezza e 320.000 tonnellate di peso. La parte che si immerge è alta circa 22 metri, come un palazzo di sette piani) e possono affrontare situazioni pericolose. Ad esempio all’ultimo imbarco sopra le Hawaii abbiamo aggirato un tifone con onde alte oltre 16 metri.
Si è parlato molto dei Pirati, hai avuto qualche esperienza del genere?
Quelle dove sono presenti sono acque che navighiamo poco perché le nostre navi sono troppo grosse per quei passaggi. Comunque i pirati sono presenti anche in Indonesia, Sud delle Filippine e Oceania. Comunque se ci troviamo in acque pericolose si ricorre ancora oggi ai vecchi sistemi di guardia, aggiungendo un ulteriore uomo al binocolo per controllare ‘a vista’ ed evitare così eventuali guasti ai radar. Poi chiudiamo i portelloni e prepariamo gli idranti per respingerli.
Trovandoti in Paesi anche difficili, ti è capitato di vivere situazioni strane?
In Iraq sono saliti i Marines, ci hanno fatto mettere tutti in riga con le braccia aperte e ci hanno perquisito da capo a piedi mentre altri perquisivano la nave perché è sempre alto il rischio di terrorismo internazionale. Ora i militari sono metà statunitensi e metà iracheni perché piano piano il comando passerà ai militari del posto.
Di solito negli equipaggi ci sono usanze, scherzi... ce ne racconti uno?
Beh al passaggio dell’equatore tutti i marinai che non ci sono mai passati viene fatta la festa dell’Iniziazione con tanto di scherzi vari e diploma goliardico rilasciato nientepopodimenoc che da Nettuno...
Cosa ti porti dai posti che visiti?
Faccio molte foto e prendo oggetti caratteristici, come un boomerang dall’Australia, un foulard in tessuto particolare dall’India, ma la verità è che abbiamo poche ore a terra che preferisco rilassarmi. Se invece è una città importante o bella cerco di vedere il più possibile.
Prossima partenza?
Sudafrica. Nel 2008 vedevo gli stadi in costruzione per i Mondiali, quando ci ripasserò saranno quasi terminati.
Insomma, si guadagna bene, si viaggia, si conosce il mondo e il lavoro è sicuro. Qui in redazione siamo tentati di mollare tutti la sedia e salpare!
Michela De Rosa
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