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attualità
01 Aprile 2010 | in categoria/e attualita
NEBBIA SALINA E SPLINDEPARI': DUE BAND, UN SOLO CHITARRISTA. CONOSCIAMOLI
CI sono numerosi gruppi musicali in tutta la Riviera, così come i singoli cantanti, cantautori e musicisti, ma solo pochi riescono a “sfondare”. Merito del talento o di qualche buona parola, chi lo sa. Indubbiamente la musica nel sangue difficilmente si riesce a trattenere, prima o poi si farà sentire, a costo di far diventare questa arte un mero hobby. C’è anche chi riesce a suonare in due gruppi musicali. Parliamo di Giovanni Vandanesi (foto1), chitarrista sia dei Nebbia Salina sia dei Splindparì.
I Nebbia Salina (foto2) sono un gruppo tigullino nato nell’autunno del 2008 da un’idea di quattro colleghi di lavoro accomunati dalla passione della musica: Alberto Mel (voce), Antonio Sanguineti (basso), Giovanni Vandanesi (chitarra), Enrico Rovatti (batteria), Piero Venuto (chitarra). L’età media è di 30 anni circa. Tranne Enrico che è di Genova, risiedono tutti nel Levante ligure, precisamente tra Sestri e Carasco. Iniziano quasi per gioco, provando a suonare insieme senza un vero e proprio traguardo. In seguito entrerà a far parte del gruppo, dietro loro invito, anche una quarta persona, Enrico, di altra attività lavorativa. Il Centro Benedetto Acquarone di Chiavari diventa il loro locale per provare. Da subito si instaura un ottimo rapporto, sia umano che musicale tra i componenti, tanto da ufficializzare la nascita della loro band. Di formazione musicale varia, dal rock, all’hard rock, al blues e fino al pop, mescolano le loro esperienze in cover che riadattano alle loro caratteristiche, dando vita a un rock piuttosto movimentato.
Com’è maturato il nome ‘Nebbia Salina’?
“E’ stato un “parto” difficile, dopo un lungo e travagliato percorso di idee abbiamo scelto questo nome che deriva da alcuni test di laboratorio del lavoro in comune.”
Giovanni, c’è un motivo particolare per suonare in due band?
“Uno, la passione per la musica. Suonare in due band è impegnativo, ma non faticoso, poiché la passione ti porta a fare cose inverosimili, sia nella vita che nella musica.”
Gli Splindeparì (foto3) invece si sono formati a Rapallo nel 1998 dall’estinto gruppo rivierasco degli Intingado. La loro è una musicalità rock progressive ricca di cross-over e variazioni di melodia. Cinque gli elementi: Daniele Rezzoagli (voce), Marco Pendola (chitarra), Matteo Gardella (basso), Stefano Riggio (tastiera), tutti rapallesi, tranne un secondo chitarrista, il già citato Giovanni Vandanesi, di Sestri Levante.
Dal 2001, data di uscita del loro primo album, “Sinfonie di versi maledetti”, è una continua ascesa a fianco di nomi importanti quali Umberto Maggi ex bassista dei Nomadi e produttore a livello nazionale (nel suo Umbi Studio hanno registrato Vasco Rossi, Stadio, Daniele Silvestri, Alexia, PFM, Elio e le Storie Tese).
Lo stesso Maggi presenta il loro brano “Cristalli” durante l’edizione 2003 del Festival della canzone italiana svoltosi a Sanremo, su un palco distante poche centinaia di metri dal Teatro Ariston, dove unici rappresentanti della Liguria sono proprio gli Splindeparì. A settembre 2005 compaiono insieme ai Vernice e Le Orme nella compilation Top Premiere vol. 9/10. E 9 nuovi brani più una cover sono stati registrati nella prima metà del 2009 al Tsunami Studio’s di Rapallo sotto la supervisione di Pier Gonella dei Labyrinth, (oggi fondatore dei Mastercastle). Nel frattempo la band ha partecipato alle selezioni di Rock Targato Italia superando con successo la prima parte. Nel 2009 è stata invitata a suonare ai Festival musicali Rock on the river e Balla coi cinghiali.
Gli album del 2000 (“Spleen de Paris) e 2001 restano i più significativi e in sintonia col nome del gruppo. Si tratta di testi di impronta giovanile, versi intrisi di rabbia e disillusione, talvolta macabri, talvolta sentimentali, non a caso il nome del gruppo rimanda al poemetto “Spleen de Paris” di Baudelaire, celebre poeta francese, portavoce del simbolismo e dei poeti “maledetti”. Ne sono testimonianza i versi iniziali di “Spleen”: “Alchimia perduta di un’anima in pena/ pietà perversa/ cervello impazzito/ lo spleen/ dall’inferno ha puntato il suo dito […].
Facendo un resoconto di oltre dieci anni di carriera vi ritenete soddisfatti?
risponde Stefano Riggio, tastierista: “Faccio parte del gruppo da circa otto anni e
sinceramente posso dire che con gli Splin ho avuto la possibilità di crescere
molto come musicista. Arrivavo da un paio di gruppi in cui si suonava prevalentemente per passatempo, di conseguenza si suonava poco e in posti che non offrivano molta visibilità. Con gli
Splindeparì è cambiato tutto: il livello musicale nettamente più alto rispetto al
rockettino che si può suonare in una band adolescenziale, i testi dei brani, che sono delle vere e proprie poesie, e poi i contesti in cui ci si esibisce dal vivo, decisamente più soddisfacenti. Il resoconto personale di questi otto anni è tutto sommato buono,
certo sarei stato ancora più soddisfatto se avessimo firmato un contratto discografico, ma per il momento non demordiamo.”
Progetti in vista?
Stefano: “Abbiamo da poco finito di registrare il master del nuovo
album e ora ne stiamo curando la grafica. Poi ci proporremo a etichette discografiche che producono generi
musicali attinenti al nostro. Oltre questo,
ovviamente, suonare a più non posso in giro per il Nord Italia.”
Non si vive di sola arte, a patto di diventare famosi. Ma quanto conta l’ambiente in cui si vive per avverare il sogno tanto ambito? La difficoltà di farsi conoscere in una terra di musicisti, ma anche di “mugugni”, è evidente, soprattutto si nota una differenza di mentalità tra i locali del levante e quelli genovesi. Chiediamolo direttamente a entrambi i gruppi.
Quali sono nel Levante le difficoltà incontrate per suonare dal vivo?
Antonio Sanguineti - Nebbia Salina: “Purtroppo la situazione e l’opinione dei locali del Levante, rispetto agli eventi musicali di questo tipo, non permette di avere le possibilità di mettersi in mostra. Gli eventi sono rari e di solito si preferisce privilegiare Band già conosciute, con alle spalle un certo bagaglio tecnico.”
Giovanni Vandanesi - Nebbia Salina e Splindeparì: “E’ ancora difficile avere spazio e continuità da parte dei locali, i quali offrono un appuntamento settimanale, prediligendo i gruppi tributo, che attirano piùpersone perché propongono pezzi cover. Mancano gli ambienti adatti, insonorizzati, e la chiusura anticipata dei locali non facilita, pertanto preferiamo talvolta orientarci verso Genova che offre sicuramente di più”.
Stefano Riggio –Splindeparì: “Nel Tigullio purtroppo negli ultimi anni la situazione è peggiorata, i locali che propongono serate dal vivo sono in diminuzione. In parte perché forse si è persa la cultura di ascoltare della buona musica dal vivo, in parte per questioni burocratiche. Se parliamo di Genova e della provincia in generale, esistono migliori possibilità di esibirsi on live.”
Avete mai pensato di fare una tournée in giro per l’Italia?”
Stefano Riggio: “Ne abbiamo parlato ma mai in modo serio. Uno dei motivi è il lavoro, che non possiamo abbandonare, e dovremmo far combaciare le ferie di tutti per
poter suonare un mese in giro per l’Italia. Altro motivo, anche se facilmente superabile, è la mancanza di contatti dei
locali dove proporre la nostra musica. Terzo problema, da non sottovalutare, è una questione di rapporto costi/ricavi. Il desiderio di fare un tour ci sarebbe ma dovremmo anche trovare degli sponsor e degli organizzatori. Mai dire mai.”
Cristina Parente
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I commenti dei lettori
LA REDAZIONE:
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UNA RICHIESTA DAL PERU’Articolo molto interessante sul cognome Sanguineti, il cognome di mia madre....