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attualità
01 Maggio 2009 | in categoria/e attualita
Settimana della cultura: Comuni rimandati, consigliato un ripasso
“LA CULTURA E’ DI TUTTI: PARTECIPA ANCHE TU”: con questo slogan il Ministero per i beni e le attività culturali ha invitato per l’undicesima volta l’Italia intera a dedicare una settimana (18-26 aprile) alla cultura attraverso grandi e piccole iniziative.
Numerosi Comuni hanno risposto all’invito creando e sostenendo manifestazioni in affiancamento ad associazioni civili e religiose che per quegli otto giorni avevano dichiarato la loro disponibilità a collaborare affinché l’appello potesse essere concretizzato. Hanno quindi preso il via conferenze su personalità che hanno lasciato un segno nella storia locale o mostre e convegni dedicate ad antiche usanze e visite guidate a siti archeologici che testimoniano un passato più che millenario spesso dimenticato.
La Valle Fontanabuona, possiamo dirlo, ha risposto “alla grande” all’appello culturale, da San Colombano ad Orero, da Leivi a Cicagna, da Lorsica a Tribogna. Ma le defezioni non sono mancate, come Neirone che forse si è addormentata, o Moconesi che non sa districarsi sulle diverse case degli avi di Colombo per le quali ha speso un bel po’ di danaro pubblico “a perdere”.
E perfino Lumarzo, che forse si è dimenticata che proprio quest’anno ricorre il cinquantesimo dell’ufficializzazione della locale Pro loco e che di siti e memorie medioevali ne ha un bel po’ ed alquanto trascurati: i resti dell’antica torre degli arcieri (1250) nella frazione di Lagomarsino, già dei Fieschi e poi passata alla Repubblica di Genova; le testimonianze medievali del XVI e XVII secolo che a Ferriere ricordano i dazi e le varie decime sui commerci ed in particolare del periodo molitorio quando ospitava una serie di mulini; la casa natale di Teresina Schenone nella località di Camerata di Sotto che nel 1834, nel suo negozio di verdure e carbone in Genova, salvò la vita a Giuseppe Garibaldi condannato a morte dallo Stato Sardo dopo una delazione di un fontanino, certo Giovanni Andrea Crovo di Canevale (Coreglia), e che a ricordo dell’evento ha una interessante lapide commemorativa; le battaglie delle donne di Tolcedo (Vallebuona) che a fine del 1700 riuscirono a difendere il loro territorio dalla cupidigia clericale della pieve di Bargagli che voleva annettersi tutta la ripa dei fontanili del monte Bragalla; per non dimenticare le donne di Pannesi che, guidate da suor Giovanna (al secolo Angela Dondero) religiosa delle suore della Presentazione di Santa Maria al Tempio, il 22 settembre 1944 riuscirono con coraggio e umanità ad impedire alle truppe naziste di incendiare Pannesi e trasferire tutti i capifamiglia in Germania; infine le grandi famiglie dei Schenone e degli Olcese che furono esempi di civismo per tutta la vallata ed in particolare per Lumarzo.
Con una decina di amici, a distanza di più di quarant’anni, il 22 aprile di quest’anno, abbiamo fatto “un giro” sul vasto paese di Lumarzo, per ritrovarci a Ferriere dove ai primi degli anni Sessanta, per intelligenza e lungimiranza degli amministratori pubblici, era stata demolita la “casa del Piccio” in modo da creare uno spiazzo adiacente ai negozi e permettere una maggiore visibilità del sito storico a studiosi e turisti ed invece, oltre alla dimenticanza storica, abbiamo trovato un insulso precariato e le due fontane di tanti anni fa che non davano più acqua. Alla fine l’abbiamo battezzata “piazza delle fontane mute”. Tanto di cappello alla memoria!
Eugenio Ghilarducci
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