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attualità
01 Settembre 2010 | in categoria/e attualita
FINCANTIERI: LA CGIL CHIEDE IL RITIRO DEL PIANO
Le notizie apparse in questi giorni sui quotidiani locali e nazionali che anticipano i contenuti del piano di ristrutturazione del Gruppo Fincantieri, rappresentano, se confermate, un attacco gravissimo alla presenza industriale nella nostra provincia e nella Regione.
Il fatto che a distanza di giorni, il managment di Fincantieri non abbia smentito ufficialmente i contenuti del presunto “Piano” e che, al contrario, abbia dichiarato che si tratta di “una delle ipotesi in campo” rafforza le nostre preoccupazioni.
Ricordiamo per sintesi, che Fincantieri prevederebbe la chiusura del cantiere di Riva Trigoso e il trasferimento dell’attività meccanica al cantiere di Sestri Ponente, ridimensionandolo e nei fatti decretandone la chiusura. Incerte sono anche le prospettive del cantiere del Muggiano di La Spezia.
L’impatto occupazionale di una simile operazione sarebbe la perdita secca di 2000 posti di lavoro diretti ed altrettanti indiretti, senza contare il probabile ridimensionamento della Direzione (con sede a Genova) che occupa 450 persone, e del Centro Ricerche (CETENA) con 70 addetti. Da un punto di vista economico, la ricaduta complessiva sul territorio provinciale e regionale è altrettanto catastrofica. Non sfugge che questo “Piano” rispecchia una precisa logica geo-politica fortemente incentrata sul Nord Est e l’Adriatico.
La CGIL genovese e ligure sono in campo con i lavoratori dei cantieri, con le Istituzioni locali, con la Curia genovese, con le forze sociali e politiche, nel pretendere il ritiro del presunto “Piano” e l’avvio immediato di un confronto con l’Azienda e l’azionista di maggioranza, il Governo, sul futuro della cantieristica nella nostra regione.
In assenza totale di una politica industriale da parte del Governo, la risposta alla crisi è ancora una volta scaricarne tutti gli effetti sui lavoratori in una logica miope di ridimensionamento produttivo in Italia (mentre si prevedono 900 assunzioni negli Stati Uniti).
La risposta di altri Paesi alla crisi va nella direzione opposta: reagire con politiche economiche mirate al sostegno del settore, ricercando nuove produzioni, potenziando gli investimenti sulle strutture e sulla ricerca e con piani nazionali di ammodernamento delle flotte. Anche per Fincantieri vanno messe in campo queste strategie che passano anche attraverso un ammodernamento dei cantieri più in ritardo.
Non a caso si è sempre insistito per dotare Riva Trigoso di moderni impianti di sollevamento e perché sia finalmente realizzata l’operazione già sottoscritta in un Protocollo di Intesa del “ribaltamento a mare” del cantiere di Sestri Ponente e mai finanziata.
Nessuno, infine, può pensare di approfittare di questa situazione per avanzare proposte di ennesima speculazione sul nostro territorio in aree certamente di pregio che devono mantenere la loro vocazione produttiva manifatturiera.
Facciamo appello alle comunità locali, al mondo del commercio e della cultura perché si mobilitino assieme al sindacato, a tutte le forze politiche di maggioranza e di opposizione, alle Istituzioni per difendere un’idea di sviluppo e di futuro in cui possono convivere attività produttive, terziario e servizi che è anche un’idea di città e di Regione non rassegnata al declino e alla marginalità economica e sociale.
Segreteria camera del lavoro Metropolitana di Genova
Segreteria CGIL Liguria
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di Giansandro Rosasco
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