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Nove anni di noi, diciannove di “giornalino rosa” e tante novità in arri...
A scuola vestiti da Napoleone o Ipazia? Un liceo ha usato il cosplay come metodo di studio: lo vorreste nelle nostre scuole?
Un’idea che sarebbe lecito... copiare!Grazie a questo fenomeno i giovani stanno anche risc...
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Qui, dove non si butta via niente: le foglie diventano legacci, la carta dell'uovo di Pasqua fa da spaventapasseri e la marmellata si fa con i “rifiuti”. Ecco la ricetta.
Mentre siamo seduti a cena suonano alla porta. E' il nostro vicino con un "cavagno" pieno di albicocche: «Prendetele voi perché ormai sono troppo mature e ...
A scuola vestiti da Napoleone o Ipazia? Un liceo ha usato il cosplay come metodo di studio: lo vorreste nelle nostre scuole?
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attualità
01 Aprile 2009 | in categoria/e attualita
Pino Maniaci, giornalista antimafia: minacce e percosse e ora anche la beffa dello Stato
Questa volta non parliamo di Tigullio. Parliamo di un collega in difficoltà. Pino Maniaci dirige Telejato, una piccola televisione privata a Partinico in provincia di Palermo. Feroce attivista antimafia, con le sue attività si è guadagnato rispetto dai cittadini onesti e odio dalle organizzazioni criminali. E’ stato minacciato, pestato e querelato 200 volte. Fin qui, tutto regolare, verrebbe da dire, anche se questa stessa affermazione è sintomo di una sconfitta della civiltà e segnala il livello di degrado in cui versa una parte del paese. Sennonché, all’albo dei nemici di Maniaci si è iscritto anche lo Stato italiano: l’8 maggio prossimo, Maniaci è chiamato a rispondere in tribunale di “esercizio abusivo della professione”, non essendo iscritto all’Ordine dei giornalisti.
L’Italia repubblicana, infatti, non si è posta il problema di rimuovere gli obblighi stabiliti nel 1928 dal regime fascista, con lo scopo di zittire i giornalisti scomodi. La Corte Costituzionale, attraverso una serie di arrampicate sugli specchi giuridici, ha sostenuto che l’obbligo di iscrizione all’Ordine non è incompatibile con la libertà di espressione sancita dalla Costituzione.
Purtroppo, la normativa vigente non è garanzia di qualità e non protegge la libertà di parola. Piuttosto, diventa facile alleato di chiunque voglia mettere a tacere personaggi disallineati, come Maniaci. Che l’Ordine non sia necessario, lo dimostra anche che paesi con una tradizione ben più solida della nostra non abbiano nulla di simile: secondo quanto racconta Silvio Boccalatte, brillante avvocato chiavarese e autore di uno studio sul tema, “nel mondo europeo, Gran Bretagna, Irlanda, Danimarca, Austria, Olanda, Germania, Grecia e Finlandia non hanno nemmeno una legge che regolamenti la professione del giornalista, mentre in Francia esiste solo una definizione legale di ‘giornalista’ dettata dal Codice del Lavoro”.
Chi viaggia, fisicamente o su internet, dia un’occhiata ai principali organi di informazione di queste nazioni, e alzi la mano se ritiene quello italiano un modello da seguire. Come giustamente chiosa Boccalatte, “o si è davanti a un colossale controsenso logico, oppure si considera il popolo italiano indegno/incapace di valutare con il proprio giudizio quale quotidiano acquistare o quale telegiornale vedere”. Oppure, terza ipotesi, le restrizioni rese possibili dal regime ordinistico fanno terribilmente comodo per eliminare in modo pulito e legale le voci stonate. Ma questo è, naturalmente, un sospetto piccolo borghese, che non ha nulla a che fare con la vicenda di quell’abusivo del Pino Maniaci. O no?
Carlo Stagnaro
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di Giansandro Rosasco
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